PER UNO SU TRE FORMA D'AMORE OMOSEX 'NON E' COME QUELLA ETERO'.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 dic. - La discriminazione nei
confronti del 'diverso' nella societa' di oggi e' molto diffusa.
Uno su due prova questo sentimento. E ancora: al sud sono
favorevoli alla costruzione di luoghi di culto religioso diverso
da quello cattolico, meno sono quelli del Centro. E il 50% dei
ragazzi intervistati ritiene che la presenza degli stranieri in
Italia sia un fatto negativo. Per un intervistato su tre, poi, la
relazione omosessuale non e' una forma d'amore come quella
eterosessuale.
È quanto emerge da una ricerca condotta quest'anno dal Centro
studi Minori e Media dal titolo 'Minori, Mass Media e Diversita''
alla quale hanno partecipato 1.214 studenti di 19 scuole medie
superiori di 13 citta' italiane (Milano, Torino, Venezia,
Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Civitavecchia, Napoli, Reggio
Calabria, Taranto, Ragusa, Palermo) in 9 regioni (Piemonte,
Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e
Sicilia). I ragazzi che hanno partecipato, tra i 14 e i 20 anni,
sono italiani per il 96% e cattolici per l'85%.
Gli studenti intervistati, quasi per la meta', dichiarano di
provare sentimenti discriminatori verso le persone diverse,
mentre il 90% del campione ha amici che non nascondono
atteggiamenti discriminatori nei confronti degli immigrati e
delle persone senza fissa dimora. Il 9% e' piu' discriminante dei
propri genitori e nonni. Solo 1 giovane su 3 e' meno
discriminatorio dei propri genitori e nonni nei confronti
dell'orientamento sessuale, solo 1 su 4 nei confronti di chi ha
diverse opinioni politiche, etnia e genere e solo 2 giovani su
10 nei confronti dei diversamente abili o delle persone con una
religione diversa dalla loro.
Gli studenti intervistati ritengono che nella societa' attuale la
discriminazione nei confronti del "diverso" sia molto diffusa:
soprattutto per quanto riguarda l'orientamento sessuale e l'etnia
(88%), condizione sociale (78%), disabilita' (67%) credo
religioso ed opinioni politiche (60%). E' il genere, secondo il
campione, ad essere meno discriminato (37%). Ma non solo, perche'
il 42% del campione intervistato dichiara di provare sentimenti
discriminatori nei confronti delle persone diverse da se' e quasi
il 90% del campione ha amici/amiche che mostrano atteggiamenti
discriminatori nei confronti degli immigrati e delle persone
senza fissa dimora.
Riguardo ad esperienze dirette di discriminazione risulta che
l'8% del campione ha subito un episodio di discriminazione basato
sulla condizione sociale; il 26% e' stato testimone di un
episodio di discriminazione basato sull'etnia; un giovane su due
ha assistito a un episodio discriminatorio legato
all'orientamento sessuale. Circa il 40% degli intervistati ha
visto in internet video di episodi di intolleranza o violenza nei
confronti del "diverso". Alla visione di questi video il 15% del
campione ha cambiato schermata, il 42% ci e' rimasto male, il
6,5% e' rimasto indifferente o si e' divertito.
Rispetto alla possibilita' di intervenire negli spazi web in
cui vengono espresse idee razziste o discriminatorie, solo il 25%
ritiene che internet debba rimanere uno luogo in cui ognuno possa
esprimere la propria idea. Il 28% del campione ritiene che nei
media trapelino pregiudizi verso i "diversi", mentre il 12%
afferma che viene dato troppo spazio al tema della diversita' o
che c'e' un eccesso di buonismo. Il 48% del campione ha delle
riserve piu' o meno forti sulla costruzione in Italia di luoghi
di culto religioso diverso da quello cattolico. I piu' favorevoli
sono i giovani del Sud; i meno favorevoli sono quelli del Centro.
I soggetti ritenuti piu' influenti nella lotta contro
l'intolleranza e la discriminazione sono, in ordine, le
associazioni di volontariato, la Chiesa e i mass media. Seguono a
distanza famiglia e scuola. L'attore ritenuto meno influente e'
il Governo. Il 50% delle ragazze e dei ragazzi intervistati
ritiene che la presenza degli stranieri in Italia sia un fatto
negativo. Solo il 22% ritiene che sia un fatto positivo.
Alla richiesta di esprimere un voto di simpatia, asiatici,
musulmani, rom e sinti hanno ottenuto un voto medio inferiore
alla sufficienza. I giovani delle regioni del Centro hanno
espresso i voti piu' bassi. II 59% del campione ritiene che
l'ingresso degli stranieri favorisca la criminalita', il 45%
crede che gli zingari (rom e sinti) siano tutti ladri ed il 36%
ritiene che la religione islamica costituisca una minaccia per
l'Occidente. Pero' circa l'80% pensa che gli stranieri facciano
lavori che gli italiani non vogliono fare.
Un giovane su tre crede che la relazione omosessuale non sia
una forma d'amore come quella eterosessuale e pensa che negli
ultimi anni la societa' sia diventata troppo tollerante verso gli
omosessuali, ma, allo stesso tempo, circa sei ragazzi su dieci
reputano che lo Stato debba riconoscere alle coppie omosessuali
gli stessi diritti di quelle eterosessuali. "E' evidente- ha
affermato la presidente del Centro Studi Laura Sturlese,
commentando i risultati della ricerca- che la scuola, con un
efficace insegnamento dell'educazione civica, incentrata sui
valori fondanti della Costituzione, e elevata al rango di materia
obbligatoria e di pari dignita', e le scuole e facolta' di
giornalismo, e un'opportuna sensibilizzazione dei media potranno
porre rimedio a questo quadro desolante".
Secondo Isabella Poli, direttore del Centro Studi Minori e
Media, "i giovani oggi sono digitali nativi, aperti al mondo, a
nuove tecnologie e forme di comunicazione, ma spesso diffidenti e
discriminanti nei confronti di chi e' accanto, se 'diverso'. Il
diverso fa paura ed allora, se per gli adulti c'e' la tentazione
di rinchiudersi nel privato, per i giovani il rifugio e' il
branco dove non ci si deve confrontare con l'altro, il diverso".
(Wel/ Dire)