NEI PAESI ISLAMICI MOLTI DEI BAMBINI CHE CRESCONO SENZA FAMIGLIA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 dic. - "Abbiamo visto che c'e'
un fascia enorme del mondo in cui vi e' un bisogno tremendo. Ci
sono decine di migliaia di bambini che crescono senza famiglia
negli istituti o per le strade e molti di questi si trovano in
paesi a maggioranza musulmana. Abbiamo iniziato a pensare alle
barriere dell'adozione e di come le famiglie musulmane che vivono
negli Stati Uniti interpretano i principi della loro fede sui
temi della tutela dei minori".Sono le parole di Helene Lauffer,
direttore esecutivo associato di Spence-Chapin, agenzia
statunitense che si occupa di adozione fin dal 1908.
Nasce da queste considerazioni l'idea dell'organizzazione di un
incontro, previsto agli inizi del prossimo anno, in
collaborazione con l'associazione Wise (Women's Initiative in
Spirituality and Equality) e sostenuto dall'American Society for
Muslim Advancement, un gruppo fondato da Daisy Khan e Imam Feisal
Abdul Rauf, che progetta di aprire un centro islamico nei pressi
del sito di New York del World Trade Center.
L'obiettivo dell'incontro e' quello di prendere in esame la legge
islamica in materia di tutela di minori ed in particolare
l'istituto giuridico della kafala, un tipo di tutela o di
"affidamento illimitato"; una sorta di impegno volontario con cui
un adulto si prende cura di un minore senza che si crei alcun
rapporto di filiazione. Misura protettiva che di fatto risulta
essere temporanea in quanto l'obbligo cessa con il raggiungimento
della maggiore eta'.Secondo una responsabile del Wise "l'incontro
in programma cerchera' di coniugare la compassione e la giustizia
in modo da lavorare per garantire il miglior interesse del
bambino, considerando anche le esigenze delle famiglie adottive".
Ad oggi, infatti, nei paesi islamici l'adozione internazionale e'
ancora vista con diffidenza ed e' considerata l'ultima risorsa in
tema di tutela dei minori abbandonati. Nonostante cio', negli
Stati Uniti si verifica un costante aumento di famiglie musulmane
che vorrebbero adottare un figlio, in particolare quelli
provenienti da Iraq e Afghanistan. Anche Chuck Johnson, il capo
esecutivo del US National Council for Adoption, ha accolto con
favore l'iniziativa in programma agli inizi del prossimo anno:
"sono molto felice di vedere un inizio di dialogo - ha detto - ed
auspico che questo prosegua nell'interesse di tutti quei minori
che sono in attesa di una famiglia".
(Wel/ Dire)