INDAGINE DELL'AGENZIA EUROPEA PER I DIRITTI FONDAMENTALI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 dic. - Nel corso di una
conferenza di due giorni che si terra' a Bruxelles oggi e domani
sui diritti dei minori, l'Agenzia europea per i diritti
fondamentali (Fra) ha presentato - assieme a un rapporto
comparativo sui diritti dei minori in Europa - un'indagine sulla
situazione attuale dei minori non accompagnati richiedenti asilo.
L'inchiesta e' stata condotta sul campo con interviste a 336
minori provenienti per lo piu' da Afghanistan (22%), Marocco
(10%), Somalia (10%) e Iraq (9%), oltre a 302 adulti che lavorano
con questi minori o ne sono responsabili. Il quadro che ne emerge
mette in luce le mancanze che l'Europa ancora non ha colmato nel
rispetto dei diritti di questi minori come sanciti dai trattati
internazionali, che hanno alla base "il miglior interesse del
minore".
Innanzitutto, in certi casi avviene che i minori vengano ospitati
in strutture in cui sono a contatto con adulti che non hanno
responsabilita' su di loro: una situazione assolutamente da
evitare secondo gli esperti e i lavoratori sociali intervistati.
L'ideale per loro sono strutture piccole e in prossimita' delle
citta', in cui il grado di vita autonoma varia in base all'eta'
del minore. Ad ogni modo, i minori si dicono generalmente
soddisfatti dal lavoro fatto da chi li assiste, apprezzando
moltissimo l'impegno con cui questi si prodigano per loro. Meno
rosea invece la relazione coi servizi sanitari e con la procedura
di asilo.
Nel primo caso, alcuni minori si sono lamentati per il fatto di
non aver ricevuto la sufficiente attenzione quando stavano male,
e altri si sono visti negare una visita specialistica. Viene
anche richiesta una maggiore attenzione agli aspetti psicologici,
spesso sottovalutati. L'intera esperienza di richiedente asilo
puo' essere infatti molto traumatica, soprattutto se si conclude
con un respingimento della domanda, fatto che i minori vedono
spesso come un insuccesso personale.
Inoltre molti aspetti della procedura rimangono oscuri, e le
varie informazioni vengono raramente comunicate in un modo
comprensibile per un minorenne. Inoltre, l'intervista viene
spesso svolta con atteggiamento intimidatorio, piu' simile a un
interrogatorio che a un colloquio per accertare in fatti, e con
interpreti che i minori sentono, se non ostili, poco affidabili e
qualificati. L'intervista viene spesso condotta (secondo la
percezione dei minori) partendo dal presupposto che il
richiedente asilo sia un bugiardo: questo e' per loro un grande
peso, riflesso anche nel corso delle visite per stabilire la loro
eta'. A questo proposito, gli operatori segnalano che non
essendoci standard europei in materia, questa procedura e' spesso
inaffidabile in quanto a rischio di interpretazioni soggettive.
Viene inoltre lamentata dai minori poca attenzione per i loro
bisogni spirituali e per il rispetto dei loro valori religiosi in
aspetti quali la cucina, la salute (come bambine visitate da
medici maschi) o l'educazione.
In generale, i minori sono consapevoli del valore dell'educazione
e vorrebbero poter frequentare le scuole 'normali' il prima
possibile. Per questo considerano di grande importanza
l'apprendimento rapido della lingua del paese ospitante, di modo
da potersi sentire come parte della loro nuova comunita'. Molti
minori cercano di integrarsi con loro pari del paese ospitante,
nonostante gli episodi di razzismo siano frequenti nella loro
esperienza.
Per quanto riguarda il sostegno legale, molti dei minori e degli
adulti intervistati non erano a conoscenza delle possibilita' di
avere un tutore legale e del suo ruolo, e di come ottenere ad
esempio il ricongiungimento famigliare. Un'incertezza che pesa
anche sul loro avvenire, visto che molto spesso non e' loro
chiaro cosa avverra' una volta che compiranno il 18 anno di eta',
e in quanto maggiorenni, privati di gran parte dell'assistenza
ricevuta fino ad allora.
(Wel/ Dire)