ELEVATI I TASSI DI RECIDIVITA' E DISPERSIONE SCOLASTICA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 3 dic. - Sono stati presentati
oggi a Palermo, nel corso del convegno su "Riparazione e
responsabilizzazione. Quali interventi per ri-costruire i legami
sociali?", i dati del Progetto "Centro per la giustizia
riparativa per minori in ambito penale" (CGR), finanziato dal
comune di Palermo.
Sono stati coinvolti nel primo anno di attivita' 24 centri,
associazioni di volontariato o parrocchie per l'inserimento del
ragazzo impegnato in attivita' socialmente utili.
Gli obiettivi del lavoro sono stati quelli di analizzare le
caratteristiche sociali dei ragazzi sottoposti all'intervento di
giustizia riparativa, sulla base dei risultati dei percorsi
avviati dall'Ussm di Palermo dal settembre 2009 a luglio 2010.
I ragazzi segnalati, in circa 11 mesi di attivita' del progetto
(a luglio 2010), sono stati 58 e quelli effettivamente inseriti
in percorsi di giustizia riparativa sono stati 38. L'eta' dei
ragazzi inseriti e' mediamente piuttosto elevata, in media pari a
17,5 anni. I casi conclusi sono stati 7.
Nel campione risultano elevati i tassi di recidivita' e
dispersione scolastica. Tra i segnalati alla giustizia riparativa
il 33%, ha precedenti penali in famiglia e il 27,6% risulta
essere 'recidivo' (16 ragazzi); tra i maggiorenni la recidivita'
sale al 34% mentre tra i minorenni e' del 9%.
E' molto elevato il tasso di dispersione scolastica ed evasione
dell'obbligo, con il 17% dei ragazzi segnalati che non ha
concluso la terza media inferiore. Solo il 19% dei ragazzi del
campione e' inserito in percorsi di studio o formazione nell'anno
2009/2010.
Il gap di istruzione e la carriera deviante del minore sono
fortemente associati allo svantaggio familiare. Solo nel 6% dei
casi, infatti, entrambi i genitori sono occupati e hanno un
titolo di studio superiore alla licenza media. Nel 25% dei casi
entrambi i genitori hanno al massimo licenza elementare. La
recidivita' del ragazzo si associa come prevedibile in modo
statisticamente significativo al bassissimo livello di istruzione
dei genitori.
Il tempo intercorso tra la segnalazione al tutor e l'effettivo
avvio delle attivita' presso il centro e' di circa due mesi e
mezzo. Solo in un caso su quattro trascorrono meno di 2 mesi. Nei
casi conclusi 'positivamente' il tempo di attesa risulta
inferiore (60 giorni).
In 44 casi e' stato previsto 'solo' l'attivita' di giustizia
riparativa, negli altri 14 casi troviamo un mix di interventi:
giustizia riparativa, mediazione penale, tirocini formativi con
borsa lavoro. Gli esiti quindi dipendono in 1/4 dei casi dal mix
degli interventi e non dalla singola attivita'.
"Grazie a percorsi formativi brevi e mirati seguiti
dall'attivazione di tirocini formativi, si sviluppa nel ragazzo
un recupero di fiducia nelle proprie capacita' di apprendimento e
nella nuova possibilita' di riorientare il proprio futuro -
riporta l'indagine -. Si noti che coloro che vengono espulsi dai
percorsi scolastici tendono a sviluppare un basso senso di
autoefficacia nei confronti delle proprie prestazioni cognitive
che riduce le opportunita' di sperimentazione e successo e,
parallelamente, attiva meccanismi protettivi e difensivi di
identificazione in ruoli devianti. Il riconoscimento sociale
derivato dal 'riuscire ad aiutare gli altri', restituito dagli
stessi utenti delle sedi di attivita', o dal fatto di aver
superato con successo delle prove e degli esami, sarebbe connesso
all'aumento del senso di autoefficacia che a suo volta puo'
sostenere il successivo percorso di inserimento sociale e/o
lavorativo".
Inoltre l'indagine rileva che "la valenza educativa
dell'intervento di giustizia riparativa prevarrebbe su quella
prescrittiva - sanzionatoria. Il desiderio espresso da alcuni
ragazzi di continuare a svolgere attivita' di volontariato anche
a termine della prescrizione indica che l'attivita' e' stata
vissuta anche come fonte di riconoscimento e crescita personale".
(Wel/ Dire)