(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 apr. - L'associazione 'Giu'
le mani dai bambini', e con essa parte della comunita'
scientifica, lo ripete da tempo: per curare i bambini iperattivi
si smetta di somministrare farmaci e si investa di piu' su
percorsi non farmacologici". Uno studio inglese pubblicato su
Biological Psichiatry comunica la scoperta: "Nei bambini affetti
da sindrome di disattenzione e iperattivita' (Adhd), gli
incentivi possono avere lo stesso beneficio dei farmaci". Lo
studio e' della Nottingham University e porta il titolo di
"Effects of motivation and medication on electrophysiological
markers of response inhibition in children with
attention-deficit/hyperactivity disorder" e conferma: riscontri
positivi e "contenitivi" nel miglioramento delle performance
comportamentali si possono ottenere non solo con l'utilizzo di
farmaci - causa di potenziali effetti collaterali anche gravi -
ma con strategie pedagogiche quali, ad esempio, quella della
"ricompensa a breve termine". Lo studio infatti ha dimostrato la
pari efficacia, ai fini di "normalizzare" il comportamento, fra
il trattamento psicofarmacologico e l'utilizzo di stimoli e
ricompense per "premiare" la corretta esecuzione di compiti.
Quale la risonanza in Italia? Per Paolo Roberti di Sarsina,
dirigente di psichiatria dell'Asl di Bologna, "e' fondamentale
l'apprendimento attraverso l'esperienza, e in questa ottica la
ricompensa - intesa nel significato profondo di appagamento
dell'io - e' uno strumento chiave." Claudio Ajmone
(psicoterapeuta ed esperto italiano di Adhd) l'iperattivita' e'
un sintomo e non una malattia, quindi l'Adhd non esiste come
patologia:"Resto dell'idea che tutto e' possibile quando si
sperimenta su una malattia inesistente. Il nulla si puo' curare
in infiniti modi con infiniti buoni risultati...". Luca Poma e'
giornalista e portavoce nazionale di Giu' le Mani dai Bambini, il
piu' rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza
pediatrica, e commenta cosi' sul portale
www.giulemanidaibambini.org: "L'Adhd e' una costellazione
aspecifica di sintomi, imputabili a numerose possibili cause, non
e' una 'malattia' da curare con psicofarmaci. La scienza ci
dimostra per l'ennesima volta che esistono risposte al disagio
dei bambini valide ed efficaci e soprattutto prive di effetti
collaterali, quindi ci chiediamo che senso abbia continuare a
utilizzare potenti psicofarmaci su bambini piccoli, a volte con
il rischio di conseguenze anche fatali, quando la psicopedagogia
offre alternative valide. Un appello all'Istituto superiore di
sanita' e all'Agenzia del farmaco: e' ora che la sanita' pubblica
in Italia torni a investire sulle persone e sulle competenze,
senza cercare facili scorciatoie chimiche".
(Wel/ Dire)