(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 apr. - Codice rosso per i
bambini campani a rischio sociale. È frequente, infatti, che le
famiglie disagiate chiedano il ricovero dei loro piccoli anche
per malattie banali che potrebbero essere affrontate a domicilio
dal pediatra di famiglia. Non avendo i mezzi, ne' economici ne'
culturali, per affrontare il problema i genitori demandano tutto
all'ospedale e l'ospedale ricovera, piu' o meno volentieri,
perche' sono pazienti facili dal punto di vista sanitario. È
questo il quadro presentato al Congresso "Gli Argonauti XI"
dell'Associazione culturale pediatri (Acp) del Centro Sud
svoltosi a Napoli nei giorni scorsi. "Gli ospedali, tutti gli
ospedali grandi e piccoli, al nord come al sud, sono pieni di
bambini a rischio sociale. Sono pazienti in realta' non con basso
livello patologia medica, ma con alta patologia sociale, che si
ricoverano per qualsiasi banale problema bypassando il pediatra
di famiglia - spiega Paolo Siani , presidente nazionale Acp -
Questi bambini appartengono a famiglie deprivate, dove spesso i
genitori hanno un basso grado di istruzione." Nel Sud, dove il
disagio e' maggiore, il problema e' piu' marcato. Da uno studio,
condotto all'Ospedale Cardarelli di Napoli, emerge che la maggior
parte dei bambini visitati al pronto soccorso per una
broncopolmonite, e conseguentemente di ricoverati in pediatria,
rientra nella categoria "a rischio sociale". I dati, pubblicati
sull'Italian Journal of Pediatrics, indicano che su 120 bambini
(eta' compresa tra 1 mese e 3 anni), arrivati all'Ospedale
Cardarelli di Napoli, con diagnosi di broncopolmonite, il 76%
viene da famiglie che vivono in aree disagiate e non sono in
grado di seguire i loro figli. Inoltre, dall'analisi delle
cartelle cliniche e' emerso che il quadro clinico, al momento del
ricovero o durante la degenza, e' spesso meno severo nei piccoli
pazienti a piu' alto disagio sociale.
Risulta, quindi, che l'inappropriatezza di ricovero sia piu'
frequente quando la richiesta di assistenza viene da famiglie in
difficolta', con pochi mezzi economici e culturali. Questi
risultati sono in linea con un precedente studio che aveva
analizzato la tipologia dei ricoveri pediatrici per residenza
delle famiglie nei dieci distretti sanitari del Comune di Napoli.
Il numero di ricoveri inappropriati era risultato piu' alto nei
quartieri a maggiore concentrazione di disagio sociale;
in piu' era stata riscontrata una forte correlazione con il
numero di soggetti che percepivano il reddito minimo di
inserimento. "Se e' vero che l'investimento nel capitale umano e'
l'investimento piu' produttivo anche da un punto di vista
economico - prosegue Siani - lasciare al loro destino i bambini
che nascono da famiglie in difficolta' socioeconomica significa
di fatto, al di la' dei diritti, condannare una parte consistente
della popolazione ad un destino di marginalita', e determinare
per la societa' un carico di poverta', a volte anche di devianza,
che a livello territoriale puo' minare alla base qualsiasi
possibilita' di sviluppo." E conclude : "È necessario tornare a
occuparci seriamente e in maniera complessiva e integrata dei
nostri bambini."
(Wel/ Dire)