(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 apr. - La giustizia minorile
italiana? Un fiore all'occhiello anche a livello internazionale.
Cosi' il Capo del Dipartimento per la giustizia minorile, Bruno
Brattoli, ha illustrato la situazione del sistema penale minorile
ai senatori della Commissione Giustizia. Un sistema che funziona,
dunque, con numeri sotto controllo:ogni anno i minori denunciati
sono circa 38 mila, quelli entrati nel circuito penale circa 18
mila ed infine quelli entrati negli istituti penali per i
minorenni circa 500, di cui il 90% di sesso maschile e il 41% di
nazionalita' non italiana, fra i quali prevalgono i minori romeni
e quelli provenienti dall'area maghrebina. Con riguardo al
funzionamento della giustizia minorile italiana, Brattoli ha
osservato come sia a livello internazionale che a livello
nazionale sia riconosciuta l'efficienza del sistema, tanto che e'
allo studio l'estensione dell'applicazione di taluni istituti
sperimentati nella giustizia minorile, anche al sistema penale
ordinario. Al riguardo ricorda il disegno di legge, attualmente
all'esame della Camera, in materia di messa alla prova. "Nel
sistema - ha dichiarato Brattoli - si profilano pero' due
elementi di "profonda criticita'". In primo luogo lamenta la
sostanziale carenza di personale sia civile che di polizia
penitenziaria.
Sarebbe, infatti, necessaria l'assunzione di circa 120 unita' tra
educatori ed assistenti sociali, in quanto l'attivita' da essi
svolta appare fondamentale per il reinserimento dei giovani." Con
riguardo al personale di polizia penitenziaria, Brattoli ha
segnalato "la mancanza , dalla pianta organica, di circa 150
unita' per assicurare, tra l'altro, una maggiore sicurezza dei
detenuti minorenni evitando cosi' anche il rischio di morti nelle
carceri" ricordando che "si sono verificati nel corso del 2009
tre drammatici episodi." Altro tasto dolente, poi, e' lo schema
di regolamento di organizzazione del ministero della Giustizia,
ancora in corso di adozione. Esso prevede, infatti, la riduzione
da tre a due delle Direzioni generali, in particolare prevede il
mantenimento della Direzione generale per l'attuazione dei
provvedimenti giudiziari; la soppressione delle altre due
Direzioni generali;
l'introduzione in sostituzione di queste ultime della "Direzione
generale per le attivita' internazionali" ed infine
l'incorporazione dei centri per la giustizia minorile nelle
costituende direzioni regionali. A parere di Brattoli
"considerando che la struttura, cosi' come attualmente
articolata, ha dato buona prova di se', sarebbe preferibile il
mantenimento dello status quo."
(Wel/ Dire)