INDAGINE CONDOTTA DALLA LICE, DOMENICA LA GIORNATA NAZIONALE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 apr. - Il 99,7% degli
insegnanti italiani testati conosce l'epilessia e il 75% circa
per esperienza diretta (personale, familiare, amici e
conoscenti); inoltre il 44% ha avuto o ha in classe alunni con
epilessia. Nonostante questa significativa "familiarita'" con
tale patologia le conoscenze specifiche sono molto carenti:
l'epilessia e' considerata una malattia piu' rara di quanto e' in
realta', su base fondamentalmente ereditaria e non guaribile per
circa il 60% del campione testato. Un dato positivo e' che invece
l'85,3% non la ritiene una malattia mentale.
In aggiunta, risultano ancora troppe le lacune sull'intervento
appropriato da tenere a scuola nei confronti del bambino con
epilessia e numerosi sono i pregiudizi riguardanti gli ostacoli
che, secondo gli intervistati, la patologia pone rispetto ad un
normale svolgimento delle attivita' quotidiane e sociali, oltre
che al rendimento scolastico.
L'indagine e' stata promossa dalla Lega italiana contro
l'epilessia (Lice) e condotta dalla Doxa su 600 insegnanti di
scuole primarie e secondarie inferiori in occasione della nona
Giornata nazionale per l'epilessia del 2 maggio: i dati raccolti
hanno fatto emergere, infatti, numerosi aspetti critici delle
scuole italiane nei confronti degli studenti piu' giovani,
colpiti da questa patologia. Allarmante, ad esempio, la
scarsissima conoscenza del modo piu' adeguato per intervenire in
caso di crisi epilettica: il 64% degli insegnanti ha dichiarato
infatti di ritenersi poco o per nulla in grado di intervenire in
modo corretto; inoltre il 58% degli intervistati si comporterebbe
in uno dei modi assolutamente sconsigliati, per esempio inserendo
qualcosa in bocca o tenendo fermo il bambino. In realta'
interventi di questo tipo potrebbero provocare lussazioni
mandibolari, fratture dentarie e dolori muscolari intensi. Quasi
il 70% ha dichiarato che, in caso di attacco epilettico in
classe, chiamerebbe l'ambulanza, intervento da riservare soltanto
a casi molto particolari.
Un altro dato abbastanza preoccupante che emerge da questa
indagine e' la segnalazione, da parte della maggioranza degli
insegnanti intervistati, che ai bambini epilettici non puo'
essere assicurata la giusta assistenza in orario scolastico:
infatti il 67% dichiara di avere difficolta' nel somministrare
farmaci antiepilettici durante la permanenza del bambino a
scuola. Secondo il professor Oriano Mecarelli, consigliere della
Lice e responsabile di uno dei centri per l'Epilessia del
dipartimento di Scienze neurologiche dell'universita' 'La
Sapienza' di Roma, "emerge dai risultati dell'indagine la
necessita' di un intervento formativo urgente nei confronti degli
insegnanti, che permetta una maggiore conoscenza delle
caratteristiche della patologia e di cosa fare in caso di
emergenze in classe. A questo proposito, la Lice, come societa'
scientifica da molti anni impegnata nella lotta contro
l'epilessia, mette a disposizione tutta la propria competenza ed
esperienza in questo ambito, per rendere chiare agli insegnanti
tutte le problematiche relative all'epilessia, nell'interesse
specifico degli alunni colpiti da tale patologia, tenendo conto
che le forme in cui essa si esprime sono varie e spesso molto
diverse tra di loro".
L'indagine della Lice ha anche messo in luce come gli
insegnanti abbiano una visione erronea di quanto questa patologia
incida sul rendimento del bambino a scuola: piu' del 40% ritiene
che un bambino con epilessia abbia la necessita' di un sostegno
scolastico, mentre un insegnante su quattro ritiene che
l'epilessia possa causare disturbi mentali e/o del comportamento.
A questo proposito il dottor Ettore Beghi, Presidente della Lice,
segnala che se e' vero che talvolta l'epilessia si manifesta nel
bambino in forme gravi, per fortuna rare, che comportano
rilevanti deficit intellettivi e disturbi comportamentali, e'
altrettanto vero che il bambino puo' essere affetto da forme di
epilessia assolutamente benigne, compatibili con un rendimento
scolastico del tutto adeguato.
Secondo il dottor Giuseppe Capovilla, segretario della Lice
"questa indagine nelle scuole ha l'obiettivo di definire un
quadro piu' preciso della situazione per poi richiamare
l'attenzione di tutti gli operatori del settore sui problemi che
interessano la fascia di popolazione in cui si ha un picco di
incidenza della patologia: nei tre quarti dei casi l'esordio
dell'epilessia avviene prima dei 20 anni, in particolare nei
bambini e negli adolescenti- ha dichiarato- Il messaggio
fondamentale che la Lice vuole trasmettere in occasione di questa
giornata e' che il bambino colpito da epilessia non e'
assolutamente un diverso e tale non deve essere considerato".
Molto significativi anche i risultati sulla percezione dei limiti
che l'epilessia pone alle attivita' quotidiane dei pazienti:
quasi il 65% e' dell'opinione che l'epilessia ponga importanti
limitazioni alla guida degli autoveicoli; il 40% degli insegnanti
ritiene che la patologia limiti l'attivita' lavorativa in
generale; il 33% che l'epilessia ostacoli l'attivita' sportiva (e
sono ritenuti non praticabili non solo sport di contatto come il
pugilato ma anche il nuoto, lo sci, il ciclismo, etc). A
livello sociale, un insegnante su tre ritiene che l'epilessia
possa rappresentare un impedimento al matrimonio e uno su quattro
invece la reputa un serio ostacolo alla procreazione. Per il
dottor Guido Rubboli, coordinatore della commissione promozione
della Lice, "purtroppo dobbiamo rilevare anche tra gli insegnanti
una conoscenza molto generica e spesso sommaria dell'epilessia:
va ancora una volta ribadito che questa patologia cerebrale si
puo' presentare sotto diverse forme, tanto che sarebbe piu'
corretto parlare di epilessie al plurale- ha spiegato- ciascuna
delle quali necessita di terapie specifiche ed ha un diverso
impatto sulla qualita' della vita dell'individuo. Per questo
motivo e' molto importante una corretta informazione, che
dovrebbe basarsi soprattutto su colloqui con specialisti del
settore, al fine di inquadrare nel modo piu' corretto il caso del
bambino in questione".
(Wel/ Dire)