100 IN CITTÀ; SERVONO 42 MAESTRI O NON C'È TEMPO PIENO PER TUTTI.
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 22 apr. - Escludendo il
capoluogo, per l'anno scolastico 2010-2011 il territorio
bolognese ha bisogno di "almeno 19 nuove sezioni" nelle scuole
dell'infanzia, "alla luce di una lista d'attesa di 494 bambini e
bambine, cui si aggiunge la richiesta di completare l'orario per
altre quattro sezioni oggi a part-time". E' questo il risultato
emerso dalla rilevazione congiunta che in queste settimane la
Provincia di Bologna ha svolto insieme ai Comuni e alle scuole
del territorio.
La scuola dell'infanzia, spiega una nota di Palazzo Malvezzi,
deve infatti fare i conti con un aumento costante di bambini e
bambine fra i tre e i cinque anni residenti nella provincia: dai
19.927 del 2000 ai 25.526 del 2009, con un incremento del 28,10%.
"Criticita' elevate- sottolinea la nota- sono concentrate in
particolare nei Comuni limitrofi al capoluogo e nella pianura
bolognese". Da questi dati il fabbisogno del Comune di Bologna e'
escluso perche' la sua lista d'attesa, che "si aggira ad oggi
attorno alle 100 unita'", potra' "presumibilmente essere
riassorbita- spiega la Provincia- dopo la verifica degli incroci
delle iscrizioni nelle diverse tipologie di scuole (comunale,
statale e privata paritaria)". Per Bologna, cosi' come per altri
Comuni, resta invece la richiesta di "statalizzare numerose
sezioni di scuola materna per riequilibrare il rapporto tra
scuola statale e paritaria comunale". A conti fatti, continua la
nota, "la richiesta minima di docenti per la scuola materna in
provincia di Bologna e' quindi di 42 unita' per garantire a tutti
i bambini la frequenza a tempo pieno alla scuola dell'infanzia
come, richiesto dalle famiglie".
Eppure, nonostante questa "forte richiesta", la recente circolare
ministeriale sull'organico del personale docente "riconosce alla
Regione Emilia-Romagna, a differenza di altre Regioni italiane-
sottolinea Palazzo Malvezzi- un incremento di una sola unita' di
personale docente su tutto il territorio regionale": una misura
che risulta "difficilmente comprensibile", a seguito della quale
il bisogno rilevato "non trova una risposta soddisfacente da
parte dell'Amministrazione statale".
In questa situazione, continua la Provincia, "viene messo
fortemente in discussione il diritto alla generalizzazione della
scuola dell'infanzia che costituisce per il nostro territorio
provinciale un obiettivo prioritario". Per Anna Pariani,
assessore provinciale alla Scuola, "e' irragionevole e
incomprensibile il riparto del personale docente previsto dalla
circolare ministeriale". L'Emilia-romagna e' il territorio in cui
c'e' il maggior incremento della popolazione scolastica da sei a
18 anni, continua Pariani allargando il ragionamento (e forse
pensando al ruolo in Giunta regionale che per molti l'attende),
"ma non e' la regione piu' risparmiata dai tagli". Per Pariani,
il Ministero sta attuando "un federalismo clientelare pro-regioni
del centrodestra": ci sono regioni "governate dal centrodestra-
attacca l'assessore- dove vi e' un calo della natalita' e della
popolazione scolastica ed un incremento fino a 160 posti di
insegnanti per le materne". In Emilia-Romagna, invece, una sola
unita' "che potremmo giocarci alla lotteria tra le Province e i
Comuni", aggiunge Pariani. Per Bologna, conclude l'assessore, "la
situazione e' molto pesante e certamente la Provincia e i Comuni
attiveranno una forte mobilitazione per garantire alle famiglie
l'accesso alla scuola dell'infanzia".
(Wel/ Dire)