(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 apr. - Ogni anno al mondo 2,1
milioni di bambini sono trafficati a scopo di sfruttamento
sessuale o per lavori pesanti, un traffico che da solo
costituisce il terzo mercato piu' lucrativo dopo quello delle
armi e della droga. È quanto denunciano Terre des Hommes ed Ecpat
che oggi a Roma, presso la sede della Rai, hanno lanciato la
campagna "Mondiali Sudafrica 2010: tutti in campo contro il
traffico di bambini". Per le due organizzazioni, il "fatturato"
annuo del traffico di donne, uomini e bambini si stima che sia di
32 miliardi di dollari, mentre il profitto annuo per ogni vittima
e' stimato intorno ai 67.200 dollari. Traffico globale che per il
79% ha come fine lo sfruttamento sessuale.
Secondo i dati delle Nazioni unite, i minori vittime di questo
mercato sono aumentati e corrispondono al 22% delle persone
trafficate. Dai report dell'Unodc, l'ufficio dell'Onu che si
occupa dei crimini legati alla tratta, infatti, dal 2003 al 2008,
l'incidenza dei minori sul numero totale delle vittime
identificate e' passato dal 15% al 22%. "L'eta' media dei minori
vittime di tratta va dai 14 ai 17 anni - si legge in uno studio
-. In contesti dove ci sono forti discriminazioni di genere si e'
riscontrato un traffico a fini di prostituzione anche di bambini
tra gli 11 e 12 anni". Secondo le stime di Ecpat, inoltre, le
violenze sui minori avvengono anche nei paesi di origine. Le
persone che viaggiano abitualmente in cerca di sesso con minori,
infatti, corrisponde al 30%. "Questo reato - spiegano le
organizzazioni - e' commesso per la gran parte, circa il 65%, da
soggetti che a seguito di una offerta da parte degli intermediari
locali, non si tirano indietro. Attualmente, si riscontra che
l'eta' del turista sessuale con minori si sia abbassata
notevolmente rispetto al passato, essi hanno tra i 20 e i 40
anni". Nonostante siano diversi i Paesi dotati di leggi
specifiche contro il traffico di esseri umani, nell'Africa
australe il fenomeno desta ancora preoccupazioni.
"In Mozambico, Zambia, Swaziland e Tanzania - spiegano - il
fenomeno della tratta non puo' certo dirsi sconfitto. Ampie fasce
della popolazione sono particolarmente vulnerabili alle crisi
economiche e a fattori ambientali come siccita' e alluvioni,
tanto da essere costrette a mettere in atto strategie estreme di
sopravvivenza, quali l'allontanamento, l'affidamento a terzi e la
vendita dei bambini". Anche in Sudafrica, dove a breve si
giocheranno i mondiali di calcio, il rischio di traffico e
violenze non e' del tutto assente. Nonostante il Sudafrica abbia
ratificato il Protocollo di Palermo per la lotta al traffico di
esseri umani nel 2004, non e' si ancora dotato di una vera e
propria legge antitraffico. "I bambini sudafricani piu' poveri
non saranno al riparo dallo sfruttamento - spiegano -. Durante
tutto lo svolgimento dei Mondiali, infatti, le scuole in
Sudafrica saranno chiuse: cio' costituisce un ulteriore elemento
di rischio che incrementera' la prostituzione minorile e
l'accattonaggio, in quanto i bambini delle fasce piu' vulnerabili
saranno privi della scuola, fondamentale luogo di riferimento e
protezione".
Diversi i fattori di rischio individuati dalle due organizzazioni
umanitarie. "I fattori determinanti la tratta, specie in
concomitanza con eventi di portata internazionale come la Coppa
del Mondo, sono la vicinanza a zone di frontiera con Paesi
caratterizzati da redditi piu' elevati e la presenza di
organizzazioni criminali che si specializzano nella tratta e nel
trasporto illegale di esseri umani da un confine all'altro". Dal
governo sudafricano, pero', sono giunte rassicurazioni. A meta'
marzo, infatti, Jeff Radebe, ministro della Giustizia
sudafricano, ha dichiarato che prima dell'inizio dei mondiali il
suo Paese avra' una legge che potra' perseguire i trafficanti
anche al di fuori dei confini nazionali e che obblighera' i
provider di internet a denunciare attivita' e indirizzi sospetti.
(Wel/ Dire)