"UN ANNO DI ATTESA" PER I RAGAZZI DEL CIS DELL'VIII MUNICIPIO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 apr. - Un anno di
"sospensione e attesa": e' il clima che si respira all'interno
del Cis - Centro integrazione sociale della Comunita' Capodarco
di Roma onlus, realta' che opera nell'ambito delle attivita' del
centro Diurno Handicap del VIII Municipio e che per otto anni ha
avuto dal comune di Roma in convenzione la manutenzione del verde
di aree pubbliche del territorio. Sette i ragazzi con deficit
mentali medio lievi inseriti a lavoro in questi anni e tre i
parchi in convenzione su cui garantire pulizia e manutenzione del
verde: un piccolo progetto che, ad oggi, e' manchevole solo del
rinnovo della convenzione con il comune di Roma. E' passato un
anno, infatti, da quando con una nota il Dipartimento alle
Periferie (oggi XIV) del comune cpitolino comunicava alla
cooperativa la cessazione della convenzione, "ringraziando per il
lavoro sin qui svolto", e l'affidamento del servizio ad un'altra
cooperativa "nelle stesse modalita' e con la stessa mission". Una
raccolta di firme era stata inoltrata al sindaco che, in
occasione della sua visita in VIII Municipio, aveva rassicurato i
soci della cooperativa e le loro famiglie. Poi, piu' nulla.
Nata a meta' degli anni '90, la cooperativa era in principio
un semplice laboratorio di giardinaggio all'interno delle
attivita' del Centro diurno Handicap del progetto "Spazio Aperto"
del Cis, come forma di attivita' socializzante e di
preprofessionalizzazione. Promossa, prima dal progetto "Cento
Piazze" con l'affidamento della pulizia della piazza antistante
il Centro e poi da una vera e propria convenzione di lavoro con
il comune di Roma, la cooperativa ha dato lavoro a sette giovani
con disabilita' mentale medio lieve e ha sviluppato
responsabilita' territoriale. Potendo infatti vantare
l'esperienza trentennale di Capodarco Nazionale nei confronti
dell'inserimento lavorativo dei disabili e delle fasce
svantaggiate, nonche' dell'esperienza di Capodarco di Roma con il
progetto Spazio Aperto e l'azione modello AM18 - Azione di lotta
alla poverta', la cooperativa in questo ultimo decennio ha dato
un contributo reale allo sviluppo umano ed economico del
territorio.
"Si e' trattato - ha spiegato Mauro Faiella responsabile del
Cis, Centro integrazione sociale della Comunita' Capodarco di
Roma onlus - di un lungo percorso che si e' avvalso
dell'esperienza trentennale di Capodarco Nazionale, nonche'
dell'esperienza di Capodarco di Roma con il progetto Spazio
Aperto". "Ad un certo punto del nostro percorso - ha continuato
il responsabile - le qualita' acquisite dai ragazzi e dal
progetto in se' sono uscite dal centro diurno e il gruppo ha
avuto un riconoscimento con l'affidamento di tre location su cui
garantire manutenzione e decoro, affidamento che ha visto la
collaborazione dell'allora Dipartimento XIX del comune di Roma
'Sviluppo e Recupero delle Periferie' (oggi XIV) e del VIII
Municipio". "Con il cambio della Giunta, la situazione e'
cambiata. La convenzione non e' stata rinnovata dallo scorso anno
e, nonostante una visita del Sindaco a seguito di una raccolta
firme di sostegno al progetto lanciata sul territorio, nulla e'
cambiato".
"La realta' oggi, a prescindere da qualsiasi scelta si voglia
fare, - ha continuato Faiella - e' il ritorno del degrado a Tor
bella Monaca, l'insofferenza dei cittadini per l'abbandono in cui
versano le tre piazze, lo sconforto nei ragazzi coinvolti nel
progetto oggi anche disoccupati, la preoccupazione per il 'Dopo
di noi' delle famiglie". "E si parla di autonomia? Di sostegno
alle persone disabili? Di promuovere modelli non
assistenzialistici? E questo cos'era?". Chi vive sulla propria
pelle una disabilita' mentale medio lieve, infatti, ha una doppia
difficolta'. Da un lato, essendo bassa la percentuale di
invalidita' riconosciuta, non ha diritto alla pensione;
dall'altro, essendo comunque una persona disabile difficilmente
collocabile al lavoro, non ha ampie possibilita' di inserimento
lavorativo. Percorsi di autonomia ad hoc, un minimo salariale,
una professionalizzazione continua permettono alla persona con
disabilita' mentale medio-lieve un inserimento sociale reale e
sicuro. Basato su un ragionamento di "sviluppo locale", il
progetto non solo e' stato un sostegno per l'accesso al reddito
di fasce svantaggiate, ma ha dato anche la possibilita' di dar
vita ad un'impresa sociale e integrata, con una ricaduta positiva
su tutto il territorio per il conseguente miglioramento della
micro-economia di quartiere. "In questo processo - ha chiosato
Faiella - e' stato vincente il coinvolgimento dei cittadini, i
veri beneficiari di questo progetto. Le famiglie, i bambini e le
persone anziane riconoscevano in quei luoghi spazi, ben tenuti e
puliti, dove incontrarsi, giocare e stabilire relazioni". "Oggi
tutto questo non c'e' piu'. E' un anno, ormai".
(Wel/ Dire)