(DIRE) Roma, 8 apr. - Le famiglie non pagano la retta? A ora di
pranzo i bambini "debitori" devono uscire dalla mensa. Dopo il
caso di Montecchio Maggiore, nel vicentino, e' una scuola
elementare del comune di Adro, in provincia di Brescia, anche
questo a guida leghista, a non tollerare il mancato pagamento
delle rette del refettorio. Impedire l'accesso alla mensa, e' la
scelta del comune bresciano, che ha deciso di precludere ai
bambini l'intero servizio mensa. Una decisione ancora piu'
radicale rispetto a quella del Veneto, dove la giunta ha fornito
almeno un panino con l'acqua.
Il provvedimento dell'istituto omnicomprensivo (asilo,
elementari e medie) del paese, che ha applicato l'ultimatum a una
quarantina di genitori morosi, al momento risulta sospeso fino a
venerdi' prossimo. Anche se non revocato. Una decisione che
secondo molti sembrerebbe anche non rispettare l'obbligo di
frequenza del tempo mensa previsto dall'art. 1 della legge n. 176
del 2007.
Molti genitori, stranieri e non, hanno lamentato i costi del
servizio refettorio. "Il pagamento della mensa - ha spiegato una
mamma musulmana che ha due figli nell'istituto - e' di oltre 50
euro al mese: per noi e' una cifra altissima".
In una lettera inviata al sindaco leghista di Adro, Oscar
Lancini, e al dirigente scolastico dell'istituto, la mamma di una
bambina esclusa sostiene di aver "pagato le rette di febbraio e
marzo con un leggero ritardo. Quand'anche il Comune fosse
sull'orlo della bancarotta - continua la signora - mi sarei
aspettata piu' attenzione, prudenza e rispetto prima di umiliare
una bambina di 10 anni davanti ai suoi insegnanti e ai suoi
compagni".
"È stata la rivolta degli italiani". Con queste parole il
sindaco leghista di Adro Oscar Lancini, ha spiegato in serata
perche' si e' arrivati a non tollerare piu' la morosita' nel
pagamento delle rette della mensa, gestita da un'associazione di
genitori. "Mi chiedevano- continua- perche' dobbiamo essere solo
noi italiani a pagare la mensa? La crisi esiste per tutti".
(Wel/ Dire)