BARIGAZZI-PARIANI: ALL'ASILO POSSONO ANDARE FIGLI DI SANS PAPIER
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 8 apr. - Sulla decisione di
consentire l'accesso agli asili nido di Bologna solo ai figli
degli immigrati regolari si consuma il primo scontro
istituzionale tra la Provincia e il Comune commissariato di
Bologna. Perche' Palazzo Malvezzi dice senza mezzi termini che e'
"inaccettabile" l'orientamento assunto dall'amministrazione
cittadina. La parole sono quelle degli assessori provinciali
Giuliano Barigazzi (Politiche sociali) e Anna Pariani (Scuola):
"La decisione del Comune di Bologna e' inaccettabile e non
condivisibile sul piano umano, sociale e politico, perche' lede
il diritto-dovere all'educazione, all'istruzione ed alla
formazione che nel nostro ordinamento deve essere riconosciuto a
tutti i minori, indipendentemente dalla loro nazionalita' e
condizione soggettiva".
Per i due assessori provinciali, il Comune ha optato per una
scelta "di natura burocratico-amministrativa" che "e' solo una
delle conseguenze negative che derivano dall'approvazione del
'pacchetto sicurezza' e da una gestione a dir poco miope delle
politiche migratorie fatta da questo Governo". A Palazzo Malvezzi
proprio "non si vede la ragione di punire bambini piccoli che non
hanno responsabilita', per affermare il giusto principio di
legalita'".
Consentire l'iscrizione al nido ai minori stranieri figli di
irregolari, per Barigazzi e Pariani, "e' giusto e soprattutto e'
possibile nel rispetto della normativa vigente. Gli asili nido
sono infatti definiti dalla legge come 'strutture dirette a
garantire la formazione e la socializzazione delle bambine e dei
bambini di eta' compresa tra i tre mesi ed i tre anni'". Inoltre,
ricordano, la Corte costituzionale ha riconosciuto agli asili
nido "le stesse 'finalita' di formazione e socializzazione
perseguite' dalle altre 'istituzioni scolastiche' ed ha piu'
volte affermato che gli asili nido sono 'speciali servizi sociali
di interesse pubblico'". E l'interesse pubblico, continuano
Barigazzi e Pariani, "anche in tema di sicurezza, e' certamente
quello di garantire l'istruzione a tutti i minori, cosi'
concorrendo alla loro crescita e formazione, mentre il superiore
interesse del minore, definito dalla Convenzione di New York sui
diritti del fanciullo, e' quello di avere le medesime
opportunita' educative e formative, senza distinzioni basate
sulla nazionalita' o sulla condizione soggettiva e senza far
ricadere sui minori stessi conseguenze di problemi che possono
avere le loro famiglie".
Per questo, concludono i due assessori, "ci auguriamo quindi
che il Comune di Bologna riveda il proprio provvedimento e
soprattutto che tutti i Comuni della provincia seguano l'esempio
di altri Comuni italiani che non hanno applicato in senso rigido
e restrittivo questa normativa".
(Wel/ Dire)