FORSE UN BATTERIO TRASMESSO CON IL LATTE LA CAUSA DELLA MALATTIA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 30 set. - I bambini da 0 a 14
anni che soffrono di diabete di tipo 1 in Italia sono oltre 15
mila. La Sardegna e', insieme alla Finlandia, la zona al mondo
con la piu' alta incidenza della malattia sulla popolazione
infantile. Oggi, pero', la collaborazione tra famiglia, medici,
scuola e istituzioni sanitarie puo' rendere quasi normale la vita
dei bambini diabetici. I dati diffusi pochi giorni fa a
Viareggio, durante il convegno 'Il diabete in eta' evolutiva',
che si e' tenuto durante la seconda edizione del Festival della
Salute, confermano il trend registrato in questi ultimi anni nel
nostro Paese. Il numero di bambini sotto il 14 anni colpito dal
diabete 1 (la tipologia che insorge nell'infanzia o
nell'adolescenza e in cui il pancreas smette di produrre
l'insulina che gestisce il livello di zuccheri nel sangue,
rendendo necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per
tutta la vita), e' in costante aumento. Inoltre, come osservano i
medici specializzati, sono sempre meno sparuti i casi di bambini
colpiti dal diabete di tipo 2, il tipo piu' diffuso e che di
solito insorge tra i 30 e i 40 anni di vita, a causa della
diffusione dell'obesita' infantile.
Per quanto riguarda il triste primato della Sardegna (50 casi
ogni 100 mila abitanti, quattro volte la media delle regioni
italiane), le cause dell'alta concentrazione di diabetici nella
Regione non sono ancora chiarissime,e lo sono ancor meno i
parallelismi con la situazione finlandese. Se e' ormai indiscusso
che la predisposizione genetica e l'ereditarieta' hanno un peso
importante, le ricerche dell'universita' di Sassari, alle quali
si e' associata la St. Georges Hospital Medical School University
di Londra, lavorano sul fattore ambientale, concentrando la loro
attenzione su un batterio trasmesso con il latte (ovino, vaccino
o materno se le madri sono gia' infettate). Il suo nome sarebbe
Map (Mycobacterium avium paratuberculosis) e, come ha spiegato al
quotidiano 'La Nuova Sardegna' il professor Leonardo Sechi, capo
dell'equipe universitaria, "avrebbe un ruolo nel 70% dei casi di
diabete sardi e scozzesi, oltre che nel 40% di quelli lombardi".
Il microorganismo ha periodi di incubazione lunghissimi e "lo
si puo' trovare nel latte in polvere per neonati, nel latte
materno (sempre se la mamma e' infetta), nei latticini
provenienti da animali gia' ammalati e resiste ai processi di
pastorizzazione". La sua presenza nell'organismo umano
scatenerebbe una risposta del sistema immunitario che accresce le
possibilita' di insorgenza del diabete. Le difficolta' legate
alla vita quotidiana dei bambini affetti da diabete, una malattia
cronica che ha pesanti ripercussioni sulla qualita' della vita a
causa di limitazioni e costrizioni particolarmente sofferte da un
bambino, sono state affrontate nel primo di una serie di incontri
sul territorio nazionale organizzati dalla Federazione diabete
giovanile e dal Coordinamento associazioni italiane giovani
diabetici, in collaborazione con Terumo Italia. L'occasione e'
data dalla ricerca 'Il bambino con diabete nella vita quotidiana'
condotta a gennaio 2009 attraverso focus group tematici. Come e'
lecito attendersi, all'inizio c'e' la paura e il rifiuto della
malattia da parte dei bambini e dei genitori. Pian piano subentra
la consapevolezza che un bambino con diabete puo' condurre una
vita normale, come tutti gli altri, imparando a convivere con la
malattia, nonostante le difficolta' quotidiane. Questo
equilibrio, fatto anche di alimentazione corretta, attivita'
fisica e assunzione di insulina, secondo la ricerca e' favorito
dal continuo miglioramento tecnologico degli strumenti
fondamentali per il malato (glucometri e iniettori di insulina),
ma puo' essere raggiunto solo attraverso una piu' stretta
collaborazione fra tutte le figure che ruotano attorno al
bambino: la famiglia, i genitori, i medici, gli infermieri, la
scuola e le stesse istituzioni sanitarie, che dovrebbero favorire
una maggiore uniformita' sul territorio nazionale delle procedure
per l'ottenimento dei presidi sanitari. Accanto ai bambini e ai
loro genitori svolgono un ruolo fondamentale le associazioni di
pazienti e di volontariato. Da anni, spesso in stretta
collaborazione con i medici dei Centri di diabetologia
pediatrica, hanno promosso la diffusione della conoscenza sul
diabete, l'organizzazione di gruppi di sostegno ai genitori e di
week-end educativi, il corretto inserimento dei bambini nella
vita scolastica, la realizzazione di campi scuola.
(Fonte: www.minori.it)
(Wel/ Dire)