(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 set. - Creare una relazione con i pari ma molto di piu' formare la propria identita' per garantire la sopravvivenza di una minoranza. Sono questi i due principali obiettivi dei centri di formazione ed educazione per i giovani ebrei. Al convegno "Oratori in Italia oggi", che si e' tenuto venerdi' a Roma per fare il punto sulla situazione degli oratori italiani, era presente anche la comunita' ebraica, a parlare della propria esperienza di formazione dei giovani in tutta la Penisola. Benedetto Carucci Viterbi, del collegio rabbinico di Roma e dirigente scolastico delle scuole medie ebraiche di Roma, ha condiviso con la platea la propria esperienza di formatore: "Chi vive una religione di minoranza- ha spiegato Carucci Viterbi- ha un problema di identita' maggiore. In questo senso non c'e' sopravvivenza se non c'e' identita'". La creazione di una propria identita' nella fase giovanile pero' non vuol dire "essere chiusi o autoreferenziali", il problema per il rappresentante del mondo ebraico e' spesso proprio il contrario. Le comunita' ebraiche, eccetto Roma e Milano, "sono sparse su tutto il territorio nazionale sono molto piccole: la possibilita' di apprendere e conoscere la propria cultura- spiega Carucci Viterbi- e' molto difficile, la dispersione geografica e' troppo ampia". Gli ebrei nel corso degli anni si sono come "annacquati, ed e' per questo che abbiamo creato in diversi punti 'strategici' luoghi di aggregazione culturale per ricordare e rafforzare la nostra identita'". La formazione e la socializzazione passano infatti per i luoghi nei quali ci si incontra e si condivide, tramandando le conoscenze e le tradizioni da generazione a generazione. "Negli ultimi anni- sottolinea il rappresentante della comunita' ebraica- si e' creato un circuito virtuoso per cui i ragazzi e i giovani che si sono formati presso i nostri centri culturali sono diventati a loro volta maestri dei piu' piccoli, creando un forte legame tra generazioni". Alla platea, composta per la maggior parte da sacerdoti cattolici e operatori di oratori della Chiesa romana Carucci Viterbi propone, concludendo: "Potremmo pensare a degli incontri tra oratori di diverse confessioni religiose ed elaborare cosi' progetti attraverso esperienze di educazione informali. In questo modo - sottolinea chiudendo - potremmo condividere strumenti didattici e formare i nostri ragazzi nel modo migliore". (Wel/ Dire)