(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 set. - Cambia la tipologia dei senzatetto a Roma: giovani e provenienti soprattutto da Paesi dell'est. Con la crisi, pero', alla mensa della comunita' di Sant'Egidio si vedono sempre piu' persone "comuni", che hanno perso il lavoro o si sono dovute separare dalla famiglia. Lo ha detto, all'agenzia di stampa Inedita, Stefano Capparucci, direttore Uoc del servizio tecnico riabilitativo aziendale dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, che si occupa del raccordo tra il centro di accoglienza per i senzatetto interno al nosocomio e la comunita' di Sant'Egidio. Lo scorso 16 settembre al San Camillo e' stato presentato il progetto 'Non solo tetto. Una mano concreta agli homeless di Roma', in collaborazione con le imprese di Commercity e 40 associazioni di volontariato. "Di solito- spiega Capparucci- le persone che si rivolgono sia al centro del San Camillo che a Sant'Egidio hanno problemi di tossicodipendenza o di disagio psichico. In questi ultimi tempi, invece, si avvicinano a noi sempre piu' cittadini che si sono ritrovati per strada per motivi che prima sarebbero stati risolvibili". Aumenta, inoltre, il numero di persone provenienti da Stati europei, soprattutto da Romania e altri Paesi dell'Europa dell'est, e si abbassa l'eta' media. "La tipologia di persone che si rivolgono alla struttura- aggiunge Capparucci- e' diversa da quella che usufruisce della mensa di Sant'Egidio. In quest'ultima su dieci senzatetto, otto sono stranieri, mentre presso l'ospedale abbiamo un maggior numero di italiani, con soli quattro stranieri su dieci". "Al San Camillo abbiamo ospitato la campagna 'Noi non denunciamo' a seguito del decreto legge che indicava ai medici di segnalare gli stranieri irregolari- ricorda- anche il direttore generale ha fatto obiezione di coscienza. Purtroppo molti irregolari hanno ancora paura di rivolgersi a noi". La Procura di Torino ha sollevato ieri la questione di legittimita' costituzionale della norma che istituisce il reato di clandestinita'. In merito, Capparucci rileva anche il pronunciamento dell'Unione europea contro la politica italiana dei respingimenti. "Non c'e' dubbio che la norma sui clandestini sia totalmente incostituzionale", conclude. (Wel/ Dire)