RICERCA 'FONDAZIONE INTERCULTURA' PRESENTATA A REGGIO EMILIA.
(DIRE - Notiziario Minori) Reggio Emilia, 23 set. - Nelle scuole
superiori italiane sei studenti su dieci nutrono pesanti
pregiudizi nei confronti di rom, omosessuali e disabili. Lo dice
una ricerca nazionale della onlus "Fondazione Intercultura"
presentata oggi a Reggio Emilia. Si tratta di un'indagine
condotta sui 1.432 studenti di liceo e istituti professionali in
otto citta' di quattro regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e
Puglia). Dal rapporto emerge in primo luogo una "forte carenza di
informazione sull'immigrazione" in generale (a cominciare dal
numero di stranieri presenti in Italia che, per alcuni, sono il
60% della popolazione). Dalle interviste risulta poi che quasi un
quarto degli studenti e' "completamente d'accordo" sul fatto di
"bloccare l'accesso agli extracomunitari". Forti le chiusure nei
confronti delle singole categorie. Il 60% degli studenti indica
che essere "straniero" e' penalizzante nel proprio contesto
sociale.
Essere Rom o musulmani e' ritenuta una "condizione di
svantaggio" da parte dell'87% di chi frequenta i licei (con
picchi del 90% nelle province di Vicenza) e dal 76% degli
iscritti agli istituti professionali. Il secondo fattore di
esclusione per gli adolescenti italiani e' l'essere omosessuale:
la percentuale piu' alta di discriminazione si registra in
Toscana (84% nei licei, 61% nei professionali), mentre la piu'
bassa in Emilia-Romagna (80% dei licei, ma 88% negli istituti
tecnici).
Per quanto riguarda il settore handicap, il dato piu'
rilevante della ricerca della "Fondazione Intercultura" si
riscontra nei licei scientifici emiliani dove per il 93% degli
studenti essere disabile e' fattore di esclusione. Segue il
Veneto. I piu' "tolleranti" in Puglia.
"La vicinanza dell'immigrato non cambia il pregiudizio che non
viene contraddetto dalla conoscenza delle singole persone",
commenta il segretario generale della Fondazione Intercultura
Roberto Ruffino. La discriminazione poi non e' influenzata dal
fattore regionale o scolastico, "anzi nella scuola tradizionale
e' piu' accesa". La strada dell'integrazione insomma, conclude
Ruffino, "e' ancora lunghissima e piu' difficile in tempi di
crisi".
(Wel/ Dire)