ANTONIO MARZIALE DOPO MORTE 11ENNE SPETTATORE PARTITA DI CALCIO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 set. - "Attentare alla vita
di una persona anche a costo di uccidere un bambino e'
paragonabile soltanto ad un'azione di guerra, che in Calabria e'
divenuta prassi consolidata. Chi uccide i bambini e' solo un
criminale, che non ha diritto di cittadinanza". E' quanto
sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente
dell'Osservatorio sui diritti dei minori e consulente della
Commissione parlamentare per l'Infanzia, a commento della morte
di Domenico, il bimbo di 11 anni colpito da un proiettile alla
testa il 25 giugno scorso a Crotone mentre assisteva ad una
partita di calcetto.
Per Marziale, "e' necessario tenere in debita considerazione
che gli organismi inquirenti e le forze dell'ordine stanno
ottenendo risultati significativi nella lotta alla criminalita'
organizzata in Calabria, ma evidentemente cio' non basta, perche'
allo sforzo delle istituzioni deve corrispondere un livello di
sensibilita' sociale da considerarsi ancora oggi precario. Al
familismo radicato che tipizza la mafiosita' in Calabria e'
necessario contrapporre una cultura capillare del rigetto del
fenomeno puntando efficacemente sull'istruzione, cosi' come
prefigurato dal giudice Giovanni Falcone. Ecco perche'- spiega il
sociologo- al ministro dell'istruzione, Maria Stella Gelmini,
chiedo di valutare attentamente la possibilita' di istituire
organicamente un'ora al giorno di educazione alla legalita' nelle
scuole calabresi di ogni ordine e grado. Cio' e' possibile ed
imprescindibile".
Il presidente dell'Osservatorio conclude: "Chiedo altresi' al
governatore Agazio Loiero di determinare una mattinata di lutto
regionale in memoria di Domenico ed al dirigente regionale delle
scuole in Calabria, Francesco Mercurio, di predisporre una
giornata regionale di riflessione".
(Wel/ Dire)