(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 ott. - "Al di la' delle intenzioni, portare a scuola una pistola ad aria compressa cela un malessere sul quale la comunita' adulta e' doverosamente chiamata ad interrogarsi". E' quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, in relazione a quando accaduto a Foggia, dove uno studente ha ferito accidentalmente un compagno, colpito ad un sopracciglio da un pallino partito dall'arma ad aria compressa durante l'intervallo. Per Marziale, "nessuno mette in dubbio che il protagonista della vicenda sia un bravissimo ragazzo, come evidenziato da un componente del consiglio d'istituto, ma non si va con una pistola in classe per giocare. A 18 anni si e' alle soglie del mondo adulto, un'eta' in cui bisognerebbe invece dissuadere i piu' piccoli dall'intraprendere simili iniziative". Il fatto che sempre piu' assiduamente molti studenti entrano in classe armati, "rende intelligibile una tendenza, non ancora emergenziale, ma che potrebbe presto degenerare se gli adulti di riferimento non intervengono ad impedire commistioni tra mondo reale e realta' virtuali generati, per esempio, da videogiochi in cui l'utilizzo delle armi serve per vincere, per avere successo. Niente deve essere sottovalutato", chiude Marziale. (Wel/ Dire)