TORINO, HA MOGLIE E FIGLIA 7 MESI MA RISCHIA RIMPATRIO
MAROCCHINO AL CIE: FA RICORSO, GIUDICE NON SOSPENDE ESPULSIONE.
(DIRE - Notiziario Minori) Torino, 26 ott. - Alla fine la vittima
sara' lei. Una splendida bambina di otto mesi. Si chiama Maleika,
che in arabo significa Angela. È nata a Torino, dove fino al 30
settembre viveva felice con la mamma e il papa'. Poi pero' e'
successo che hanno portato via il padre. È successo a un posto di
blocco all'uscita dell'autostrada a Torino. Il papa' non ha il
permesso di soggiorno e allora l'hanno portato al centro
identificazioni e espulsioni (Cie) di Torino, da dove sara'
presto rimpatriato. Lui si chiama Raffa, viene da Khouribga, la
capitale dell'emigrazione marocchina in Italia. Ha 35 anni, e in
Italia vive qui da quando era un ragazzo. È arrivato a Torino nel
1997, dodici anni fa. Nel 2007 si e' sposato con J.I., una
ragazza di Casablanca (che ha chiesto l'anonimato). E poi e'
arrivata Angela, Maleika. Una bambina innocente che adesso
rischia di essere separata dal padre.
Il primo permesso di soggiorno Raffa lo ottenne nel 2002, con
la sanatoria Bossi-Fini. Due anni dopo pero', il permesso gli
venne ritirato per una condanna che ha pagato con due anni di
carcere. Con la nascita della bambina Raffa avrebbe sistemato
anche i propri documenti. Sua moglie infatti aveva trovato un
datore di lavoro per la sanatoria delle badanti. Fece la domanda
il 7 settembre. Mostra le carte mentre sorseggiamo un te' alla
menta a casa della sorella e del cognato, dove vive da quando
hanno portato dentro Raffa. Suo marito avrebbe potuto richiedere
il permesso di soggiorno per la coesione familiare e farsi fare
un contratto dalla ditta dove stava lavorando in nero come
imbianchino. Ma le cose sono andate diversamente e adesso e'
tutto molto piu' difficile. A spiegarlo e' il suo avvocato
difensore. Ha presentato ricorso contro l'espulsione chiedendo la
coesione familiare con la moglie. La partita pero' si gioca sul
filo di lama. Per chiedere la coesione familiare con il marito
infatti, la signora J.I. deve avere un permesso di soggiorno. E
il marito deve aver avuto un documento di soggiorno valido
nell'ultimo anno. Ora, la signora J.I. non ha un permesso di
soggiorno. Pero' ha fatto richiesta di sanatoria e ha la ricevuta
in mano. Una ricevuta che la rende inespellibile e quindi in
qualche modo regolarmente soggiornante.
Dal canto suo Raffa nell'ultimo anno non ha avuto un permesso
di soggiorno, ma aveva diritto ad averlo, essendo il padre di una
bambina neonata. E infatti a suo tempo aveva chiesto alla
Questura di Torino un permesso di sei mesi per cure mediche, che
in questi casi e' il permesso che si da' ai padri nei primi sei
mesi dalla nascita del figlio. La Questura ha accettato la sua
richiesta, ma non ha mai stampato il permesso, che nel frattempo
e' scaduto. Adesso tutto si gioca sull'abilita' dell'avvocato e
la sensibilita' del giudice. Intanto pero' il giudice non ha
sospeso l'ordine di espulsione in attesa del giudizio. E ogni
giorno che passa, Raffa rischia sempre piu' di essere espulso e
separato dalla propria famiglia e da tutto quello che ha
costruito in 13 anni di vita a Torino.
(www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)
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