(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 26 ott. - Docenti inesperti in sostituzione di commissari assenti. Alunni che, andando male a scuola, si ritirano entro marzo e si ripresentano come privatisti accedendo tranquillamente all'esame di maturita'. Presenza di cellulari tra i banchi difficilmente punibile perche' impossibile da provare. E, infine, prove scritte vissute come 'lotterie'. Sono alcune delle osservazioni contenute nella relazione finale degli ispettori dell'Ufficio scolastico dell'Emilia-Romagna (Usr) incaricati di vigilare sugli esami di maturita' di pochi mesi fa. Nell'intera regione i candidati sono stati 26.254 (con un 4% di alunni esterni). Dagli esami sono usciti con il diploma in mano, in media, il 97,5% degli studenti: il 98,3% degli alunni delle scuole pubbliche e il 77,1% dei candidati esterni. La palma dei migliori va a Forli'-Cesena: ha il 2% di diplomati in piu' di Bologna e Modena. Gli esami hanno visto al lavoro, in Emilia-Romagna, 704 commissari: 138 a Bologna, 58 a Ferrara, 68 a Forli'-Cesena, 124 a Modena, 75 a Parma, 47 a Piacenza, 58 a Ravenna, 77 a Reggio Emilia e 59 a Rimini. Non tutti, pero', rilevano gli ispettori, erano docenti di lunga esperienza. Anzi a volte si e' dovuti ricorrere a supplenti, talora a laureati. Motivo? Il ripristino del 50% di commissari esterni ha portato alla "necessita' di sostituzione di commissari assenti" costringendo gli Uffici provinciali a "un impegno davvero rilevante". Per questo, "si e' dovuti ricorrere a docenti supplenti temporanei o anche a laureati senza esperienza di insegnamento, con la spiacevole conseguenza di aver fatto condurre gli esami a docenti spesso inesperti". Anche la scelta di predisporre un presidente ogni due commissioni anziche' uno ogni quattro, poi, scrivono gli ispettori, non e' stata del tutto funzionale. Se, da un lato, ha assicurato una "piu' assidua e capillare presenza durante lo svolgimento delle operazioni d'esame", dall'altro ha creato "inconvenienti sul piano organizzativo", perche' ha obbligato a un rastrellamento di molti piu' docenti, "alcuni dei quali alla prima esperienza". Se l'impianto degli esami, ormai decennale, tiene e assicura positive "certezze", scrivono gli ispettori, dall'altro lato si rischia che i docenti alla lunga si stanchino della routine e "vivano l'esame come un adempimento prevalentemente burocratico e formale, con attenzione soprattutto a evitare contenziosi, piuttosto che come occasione di crescita per gli studenti e di analisi di produttivita' della scuola e di riflessione interna sull'insegnamento". Un capitolo della relazione riguarda, poi, le prove d'esame. La prima non ha suscitato "disagi" tra gli studenti e i docenti hanno giudicato le proposte "adeguate". Piu' critico, invece, il giudizio degli ispettori sulle seconde prove: considerate nell'insieme "fattibili" (ma a volte troppo facili o troppo difficili), restano pero' vissute "come una sorta di 'lotteria' (chissa' cosa uscira', ndr)" e servirebbero dei quadri di riferimento nazionali. La terza prova (nella scelta delle commissioni ha prevalso il quesito a risposta singola) e' "quella in cui spesso gli studenti hanno ottenuto le valutazioni meno brillanti". Il colloquio, infine, "continua a essere la parte piu' debole del sistema valutativo". Svolgendosi sempre in forma pluridisciplinare, infatti, finisce per essere una "mera giustapposizione di domande nelle diverse discipline, sovente disorganiche e slegate tra loro". Visto, poi, che lo scorso anno gli esterni potevano essere ammessi senza sottoporsi a un esame preliminare, si e' creato uno strano fenomeno: alunni interni, che erano a rischio per il numero di insufficienze, "si sono ritirati prima del 15 marzo e hanno poi sostenuto l'esame come esterni, mentre chi e' rimasto a frequentare la scuola ha rischiato, a parita' di apprendimento, di non essere ammesso". Infine, i cellulari: ci sono ma il loro utilizzo e' "difficile da individuare e dimostrare e quindi molto problematica l'assunzione della sanzione conseguente. Anche perche'- dicono gli ispettori- la totale esclusione dagli esami sembra eccessiva alle commissioni e ai genitori, crea echi di stampa e si cerca di evitarla". (Wel/ Dire)