(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 ott. - "Intanto e' importante capire cosa ha indotto i compagni del ragazzo a compiere questo gesto, nonostante l'episodio della violenza sul ragazzo disabile, compiuta tre anni fa nella stessa scuola, abbia suscitato allora un clamore enorme". Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, parla dell'episodio di violenza all'istituto 'Steiner' di Torino, dove un ragazzo e' stato marchiato a fuoco su un braccio da due compagni di scuola. "Purtroppo- spiega Castelbianco- quando i ragazzi si rendono protagonisti di episodi cosi' negativi, si pensa solo a cio' che accade in quel momento, senza considerare le conseguenze. Cio' significa che i ragazzi si sentono totalmente liberi di ripetere questi gesti, sapendo di non correre alcun rischio". "Un secondo punto- prosegue Bianchi- riguarda la scuola. Il problema non e' tanto che, nello stesso istituto, sia avvenuto un gesto simile a quello del 2006. L'aspetto piu' importante e' cio' che ha dichiarato la vittima, affermando che il suo problema e' stato quello di non essersi guardato le spalle. Cio' significa che i ragazzi hanno una tale coscienza del problema esistente nella scuola che, quando succedono cose di questo genere, pensano 'non sono stato prudente come avrei dovuto essere, vista la situazione'. Questo e' indicativo del clima all'interno della scuola, di una situazione che i professori non riescono a vedere o, meglio, a gestire". "Il terzo e ultimo punto- aggiunge l'esperto- riguarda il tipo di sfregio, che senza dubbio e' di modalita' permanente. Gli scherzi che i ragazzi facevano prima, infatti, per quanto atroci, erano temporanei (la doccia, la denudazione etc.). Adesso, invece, lo scherzo ha una durata brevissima, ma lo sfregio e' permanente. Cio' significa che i ragazzi hanno cercato non piu' di fare uno scherzo qualsiasi, ma di rendere visibile, in un modo diverso, il loro atto. E questo e' veramente drammatico, perche' significa che l'esito del gesto, nella loro testa, deve essere qualcosa di evidente e duraturo. Questi ragazzi, quindi- conclude Castelbianco- non si accontentano piu' di mettere un filmato su YouTube; loro vogliono compiere qualcosa di violento, che sia visibile in modo permanente. Cio' significa che c'e' un totale senso di impunita'". (Wel/ Dire)