UNICEF ILLUSTRA LA SITUAZIONE NEL CONTESTO INTERNAZIONALE.
(DIRE - Notiziario Minori) Firenze, 26 ott. - Ecco nel dettaglio
tutti gli indicatori utilizzati dal rapporto Unicef Innocenti
research centre che per la prima volta mette a confronto la
situazione dei bambini in famiglie di immigrati in otto paesi
ricchi (Stati Uniti, Australia, Francia, Germania, Italia, Paesi
Bassi, Svizzera e Regno Unito), integrato da sette studi-paese.
In base alla disponibilita' delle fonti, sono inclusi nello
studio i bambini delle famiglie dei rifugiati, dei richiedenti
asilo e degli immigrati in situazioni irregolari.
Profili demografici. I bambini delle famiglie di immigrati
rappresentano una larga porzione della popolazione complessiva
infantile in otto paesi ricchi: in Italia il 10%; nel Regno Unito
il 16%; in Francia il 17%; nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti
d'America il 22%; in Germania il 26%; in Australia il 33% e in
Svizzera il 39%. I figli di immigrati che provengono dai paesi a
basso e medio reddito, rappresentano una parte sostanziale del
totale dei bambini immigrati. In Italia, nei Paesi Bassi, nel
Regno Unito e negli Stati Uniti questi rappresentano piu' della
meta' di tutti i bambini immigrati. In sei degli otto paesi
oggetto di studio, di cui si dispone di dati, un alta percentuale
(63/87%) dei bambini figli di immigrati dai paesi a basso e medio
reddito appartengono alla seconda generazione, ossia sono nati
nel paese di insediamento dei genitori. I bambini di famiglie
immigrate che provengono dai paesi a basso e medio reddito,
svolgeranno in eta' adulta un ruolo sempre piu' importante nella
vita economica e sociale della nazione in cui risiedono, in parte
come conseguenza dell'incremento del loro numero e in parte a
causa del basso tasso di crescita della popolazione autoctona.
Paese di origine e lingua. I paesi oggetto di studio mostrano
alte concentrazioni di gruppi di migranti provenienti da
determinate nazioni, che differiscono di paese in paese, ma ogni
Stato e' anche sede di immigrati provenienti da un enorme
varieta' di paesi. La percentuale di bambini, nelle famiglie di
immigrati provenienti da paesi dai paesi a basso e medio reddito,
che parlano a casa una lingua diversa da quella del paese di
insediamento, varia dal 56% in Australia al 73-77% in Francia e
negli Stati Uniti. Ad ogni modo, pochi parlano a casa solamente
la lingua madre. Infatti, la maggior parte di loro, parla, con i
loro genitori, anche la lingua del paese di insediamento. I
bambini delle famiglie di immigrati, provenienti dai paesi a
basso e medio reddito, spesso differiscono dalla popolazione
nativa in termini culturali, religiosi, linguistici ed etnici.
Tale situazione crea impegnative sfide e opportunita' per
l'integrazione e per l'inclusione sociale.
Composizione della famiglia. Per i bambini di famiglie di
immigrati, provenienti dai paesi a basso e medio reddito, esiste
la stessa probabilita', o una probabilita' maggiore, rispetto ai
bambini autoctoni, di vivere con entrambi i genitori (ad
eccezione dei Paesi Bassi), e risulta piu' probabile che vivano
in famiglie con due o piu' fratelli (tranne in Australia)
rispetto ai bambini autoctoni. In cinque paesi, di cui si dispone
di dati, almeno un bambino su dieci e, spesso, un bambino o piu'
su quattro (provenienti da paesi a basso o medo reddito) vive con
almeno un genitore che ha preso la cittadinanza nel paese di
insediamento e che, quindi, gode dei diritti civili e politici.
Complessivamente, nella maggior parte dei paesi, i bambini delle
famiglie immigrate hanno almeno un genitore che ha vissuto, per
cinque o piu' anni, nella nazione di insediamento.
Formazione dei genitori. In Australia e nel Regno Unito, e in
piccola parte anche in Italia, i figli degli immigrati
provenienti da paesi a basso e medio reddito, hanno piu'
probabilita', rispetto ai bambini nati in famiglie autoctone, di
vivere con genitori che hanno un'istruzione universitaria; nella
maggior parte dei paesi, invece, e' piu' probabile che vivano con
genitori il cui livello d'istruzione e' limitato. In circa la
meta' dei paesi oggetto di studio, i bambini delle famiglie
immigrate dai paesi a basso e medio reddito, hanno la stessa
probabilita' dei bambini autoctoni di vivere con padri lavoratori
a tempo pieno o parziale, mentre, nei paesi restanti, la
percentuale si abbassa. In Germania, Italia, Paesi Bassi e Regno
Unito, da circa un terzo a due quinti dei bambini, delle famiglie
provenienti da paesi a basso e medio reddito, hanno una madre che
partecipa attivamente all'economia; questa percentuale sale a
circa la meta' o piu' in Australia, Svizzera e Stati Uniti. Il
numero di bambini che vivono con madri che lavorano a tempo
pieno, invece, e' piu' ridotto.
Poverta' e abitazioni. I tassi di poverta' sono piu' alti tra
le famiglie immigrate con bambini rispetto a quelle autoctone,
del 6-7% in Australia, del 12-13% in Germania, Francia e Stati
Uniti. Il sovraffollamento nelle abitazioni, in Italia, e'
altrettanto comune sia tra le famiglie immigrate che non. Anche
negli altri paesi ricchi e' usuale tra le famiglie con figli
provenienti dai paesi a basso e medio reddito, in particolare nei
nuclei dei richiedenti asilo. Nei vari paesi studiati, la
percentuale dei proprietari di immobili, tra le famiglie
immigrate da paesi a basso e medio reddito, registrano un
percentuale che oscilla dal 25 al 66%. Cio' dimostra che queste
famiglie stanno investendo all'interno della comunita' in modo
tangibile, con l'acquisto di case.
Giovani immigrati. I giovani, nelle famiglie di immigrati,
hanno opportunita' educative e risultati notevolmente differenti
in base ai paesi d'origine da cui provengono, alcuni gruppi di
immigrati si trovano, infatti, in una posizione di notevole
svantaggio. I fattori che contribuiscono a questa variazione sono
lo status socio-economico della famiglia, le differenze esistenti
per seguire determinati percorsi educativi nell'ambito
dell'istruzione, la segregazione e la discriminazione. Inoltre, i
giovani delle famiglie di immigrati, a seconda del paese di
provenienza, hanno piu' o meno difficolta' di iscriversi a scuola
e di trovare lavoro. La mancanza di opportunita' di istruzione e
di occupazione tra alcuni gruppi mina la coesione sociale e
rappresenta uno spreco di potenziali preziose risorse.
Salute e inclusione sociale. I risultati esaminati nel
rapporto sono complementari e rafforzati dagli esiti di altre
ricerche relative alle famiglie immigrate nei paesi ricchi:
esistono notevoli differenze riguardo ai risultati in campo
sanitario tra i bambini delle famiglie immigrate e quelli delle
famiglie autoctone, a seconda del paese di origine e
dell'indicatore sanitario preso in esame. Il successo
nell'inclusione sociale e' piu' evidente tra i bambini di
famiglie immigrate che integrano la cultura del paese di origine
con quella del paese di accoglienza e che parlano fluentemente
entrambe le lingue.
(Wel/ Dire)