BAMBINO MORTO A NAPOLI, "SPECCHIO DI POVERTÀ ASSOLUTA"
MAMMA IN FIN DI VITA, COLPA DELLE ESALAZIONI DI UN BRACIERE.
(DIRE - Notiziario Minori) Napoli, 21 ott. - Donna, povera, immigrata e con un bambino. Insomma, un "soggetto a rischio". Questa e' la mamma del piccolo Elvis, il bimbo capoverdiano di 6 anni, intossicato dalle esalazioni di un braciere. Morto lunedi' al quartiere Sanita' di Napoli perche' la famiglia non aveva pagato la bolletta della corrente. Sua madre, quarantenne, e' in fin di vita all'ospedale Cardarelli. Se si potesse stilare una classifica, si potrebbe dire che si tratta di un soggetto a rischio poverta' e morte al primo posto: questo il commento di Giovanni Laino, docente di Urbanistica alla Facolta' di Architettura della Federico II e fondatore dell'associazione Quartieri Spagnoli. Secondo l'ultimo rapporto Istat, "La poverta' in Italia nel 2008", cresce la percentuale di famiglie campane povere. Nel 2006 era il 21,2%, nel 2008 arriva al 25,3%, percentuale che posiziona la regione al terzo posto, dopo Sicilia e Basilicata, entrambe al 28,8%. Il dato campano e' cinque volte superiore a quello osservato nel resto del Paese (4,9% nel Nord e 6,7% nel Centro). In Campania nel 2008 e' povera una famiglia su quattro. Nel 2007 lo era una famiglia su cinque. Tra i "nuovi poveri" anche gli anziani e padri di famiglia cassintegrati, fanno notare i referenti campani della Comunita' di S. Egidio. All'interno di questo scenario si colloca la popolazione immigrata (il Dossier sull'immigrazione in Campania 2008 della Caritas parla di 130.000 presenze) all'interno della quale, secondo Laino, si trovano migliaia di persone che vivono sotto al di sotto della soglia di poverta'. "Non tutti sono morti di fame- precisa Laino- ma sono almeno 4000 persone, nel centro urbano, a vivere nei bassi", quei locali della citta' a piano terra adibiti ad abitazione che spesso versano in condizioni igieniche e sanitarie veramente penose. La tragedia che ha colpito il piccolo Elvis e sua madre alla Sanita' dice fondamentalmente due cose, secondo Laino: "La scuola come istituzione a Napoli non si e' accorta che ci sono bambini immigrati. A parte iniziative isolate di dirigenti scolastici coraggiosi, la scuola partenopea non e' affatto attrezzata a fronteggiare la presenza di bambini immigrati che nelle classi ammontano soltanto al 30%. Con la nostra associazione riusciamo ad accogliere fino al pomeriggio circa 100 bambini immigrati, in due centri, uno nel quartiere Montecalvario, l'altro nei pressi della Ferrovia". La seconda, che e' sotto gli occhi di tutti, e' la carenza di politiche sociali istituzionali. "Nella nostra regione- prosegue il docente- la spesa sociale e' solo un settimo rispetto a quella delle regioni del nord, a parte la presenza dell'associazionismo e del privato sociale, talvolta sostenuto dal pubblico, per il resto si fanno solo spot". Mentre si cerca di capire quali siano gli effetti a lungo termine della misura di contrasto alla poverta' introdotta dalla Regione Campania con il Reddito di Cittadinanza (e prima con il Reddito minimo di inserimento), la macchina della solidarieta' si attrezza. Nei primi mesi del 2009, a Napoli la Comunita' di Sant'Egidio ha incrementato il numero di pasti distribuiti, passando dai 400 settimanali a quota 700. E poi le bibite, i vestiti, le coperte. I contatti personali sono a quota 20 mila. La Caritas diocesana di Napoli aiuta con pacchi viveri 2000 persone ogni mese. La Giunta regionale della Campania, su proposta dell'assessore alle Politiche sociali Alfonsina De Felice, ha anche approvato lo scorso 24 febbraio un piano di interventi in aiuto alle famiglie numerose. Le risorse complessivamente ammontano ad oltre 13,5 milioni di euro. I beneficiari del contributo, selezionati in ordine di graduatoria fino ad esaurimento delle risorse assegnate, saranno seguiti dai "Centri famiglia" degli Uffici di Piano. Il bando sulle modalita' di partecipazione non e' pero' ancora stato pubblicato. (Wel/ Dire)
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