(DIRE - Notiziario Minori) Milano, 21 ott. - Il 33% dei ragazzi fino a 18 anni che comunicano via internet o sms con sconosciuti non ne parlano con genitori o amici. Una situazione pericolosa, che potrebbe aprire la strada a conseguenze molto gravi: dal furto d'identita' e di dati personali al contatto con pedofili. "Molti genitori pero' non sono consapevoli dei rischi legati a questi media", spiega lo psicologo Salvatore Zavaglia, coordinatore della commissione sanita' dell'ordine degli psicologi della Lombardia. Colpa, in parte, del digital divide, del fatto che molti adulti non conoscono internet, le sue potenzialita' e i suoi rischi. "Spesso sono convinti che il figlio si limiti a fare quel che deve, che usi internet per le ricerche scolastiche -aggiunge Zavaglia- Scoprono che i loro ragazzi sono 'andati oltre' quando il danno e' fatto. Quando, ad esempio, arriva una bolletta astronomica". Di fronte a questa situazione, molti genitori esprimono l'esigenza di conciliare le esigenze di tutela del minore dai pericoli della rete con le opportunita' offerte dalle nuove tecnologie. Certo, esistono filtri e altri sistemi per evitare che i ragazzi entrino in contatto con siti non adatti alla loro eta', spiega l'esperto, "ma il filtro migliore restano sempre i genitori che, con un minimo di competenza, lo aiutino a orientarsi. Esattamente come dovrebbe accadere davanti alla tv". Ma un uso poco responsabile della rete puo' portare anche a un eccessivo isolamento del bambino, alla cancellazione dei rapporti reali con i coetanei, sostituiti da legami esclusivamente virtuali. "Il rischio- spiega Zavaglia- e' quello di saltare un passaggio, proprio in un momento delicato come quello dell'adolescenza. Una fase necessaria per la costruzione della propria identita'". Ad esempio vengono a mancare le relazioni con l'altro sesso, la sperimentazione delle prime delusioni e la loro gestione: "Una volta persa questa opportunita', non si puo' portare indietro l'orologio", avverte Zavaglia. (Wel/ Dire)