(DIRE - Notiziario Minori) Perugia, 19 ott. - Interattivi e
"post-moderni", poco interessati alla politica e poco inclini
alle attivita' di volontariato, forti nel gruppo ma nello stesso
tempo legati alla famiglia, bene integrati in una societa' sempre
piu' multietnica. E' l'immagine della nuova generazione umbra tra
i 14 e i 19 anni, protagonista della ricerca "I giovani
adolescenti in Umbria", elaborata dall'Agenzia Umbria Ricerche,
su richiesta dell'assessorato alle Politiche sociali della
regione, e presentata venerdi' a Perugia. Ampio e variegato il
campione dell'indagine: duemila giovani delle scuole medie
superiori e dei corsi di formazione professionale, provenienti
dai piu' vari ambiti sociali e familiari. "Il primo dato che
emerge- afferma il direttore dell'Aur, Claudio Carnieri- e' che
l'Umbria e gia' una realta' multietnica e che tutta la regione
vive oggi in questa dinamica che richiama il mondo.
Le disuguaglianze e le gerarchie sociali appaiono molto forti e
se ne trovano tracce fondamentali in tutti i percorsi di vita nei
quali si formano i giovani, a partire dalla famiglia fino alle
scelte scolastiche, alle visioni del futuro, ai rapporti, modesti
e critici, con la politica".
"Abbiamo trovato conferma anche di una vischiosita' fino alla
stazionarieta' della mobilita' sociale verso l'alto- precisa
Carnieri- con dati che rivelano che l'universo giovanile tende a
fare affidamento piu' sulle 'reti' che sulle proprie capacita'.
Tuttavia il dato piu' prezioso e' offerto dal segno di genere. Le
ragazze infatti, rivelano un incipit piu' profondo e complesso
nella costruzione del proprio se'".
Un dato positivo che emerge dalla ricerca e' la solidita'
della famiglia, che in Umbria "tiene" ancora meglio rispetto ad
altre regioni; famiglie che riescono a mantenere un buon profilo
educativo e relazionale anche in un contesto complesso e
problematico come quello attuale. Questa solidita' permette di
"rafforzare" la fiducia dei giovani durante il percorso
scolastico e la ricerca del lavoro. Tuttavia, gli adolescenti
umbri condividono con i coetanei del resto del Paese le
difficolta' di una scuola in cui la selezione e' precoce e, in
certi casi, non offre garanzie sul merito. Dalla scuola
all'ingresso nel mondo del lavoro, gli ostacoli aumentano, cosi'
come aumenta la percezione di instabilita' e precarieta': segnali
che spiegano, secondo i ricercatori dell'Agenzia, l'aumento delle
richieste di mediazione e sostegno psicologico rilevato negli
ultimi anni.
"Le regole di condotta individuale, ovvero la dimensione etica
personale, si distanzia dalle attese che il mondo adulto ha nei
confronti delle nuove generazioni- spiega ancora Carnieri- cio'
provoca un' evidente maggiore propensione trasgressiva che si
rivela in alcuni ambiti particolari come nei confronti
dell'alcol, in particolare superalcolici. Il 32 per cento degli
umbri ne consuma almeno una volta la settimana contro il 14 per
cento in Italia. Ed anche il rischio droga e' presente, in
particolare nelle classi piu' agiate e negli strati sociali piu'
elevati".
Ma in amore i giovani umbri sono ancora idealisti, conservando
un'immagine tradizionale della "coppia ideale", del matrimonio e
della convivenza. "Merito dei modelli familiari ancora solidi e
stabili- afferma il sociologo Riccardo Grassi- la presenza
frequente di persone anziane in famiglia, ammorbidisce il
conflitto generazionale; la famiglia umbra risulta essere dunque
piu' autorevole e meno accondiscendente che nel resto d'Italia. E
questo fa bene ai ragazzi perche' rimette al centro la dimensione
educativa e non solo quella affettiva".
L'indagine mette in evidenza, inoltre, la propensione degli
studenti umbri a frequentare associazioni culturali e gruppi
sportivi (30,9 per cento contro il 19,2 dei coetanei di altre
regioni); minore attrattiva esercitano le organizzazioni
politiche, i partiti o i movimenti, frequentati solo dall'8,2 per
cento dei giovani; marginale e' anche la partecipazione ad
attivita' di volontariato sociale, sia nei gruppi parrocchiali
sia nelle organizzazioni non profit. "Una particolare attenzione
alle tante rappresentazioni degli adolescenti che l'indagine ci
ha rivelato va ai coni d'ombra- afferma la sociologa Cecilia
Cristofori, dell'Universita' di Perugia- l'assunzione di
responsabilita', il prendersi cura, la progettualita' sono
processi che hanno subito un forte mutamento nella cosiddetta
post-modernita', fase nella quale vivono i nostri figli
adolescenti. Che cominciano a sentire il peso del 'diventare
grandi' senza avere talvolta dei chiari punti di riferimento
nelle generazioni precedenti".
"Il volume e' frutto di mesi di lavoro accurato- dichiara
l'assessore alle Politiche sociali Damiano Stufara- basato su un
campione ampio e rappresentativo che per la prima volta ci
fornisce uno spaccato approfondito di una parte della
popolazione. E' un'indagine complessa che disvela e conferma
sensazioni che ciascuno puo' nel tempo aver maturato, e
contemporaneamente stupisce chi vorra' fruire di questo lavoro,
per indicazioni sin qui non adeguatamente rilevate e analisi
inedite su percorsi di scavo mai intrapresi. E' un pugno nello
stomaco per chi si accontenta dei propri stereotipi e per chi
pensa di conoscere i tratti dei giovani e delle giovani
dell'Umbria".
"I giovani, nella storia sociale, hanno sempre fatto da
modello ineluttabile di studio, per fotografare il tempo, la
contemporaneita'- dice ancora l'assessore- la molteplicita' delle
chiavi interpretative che emerge dalla ricerca evidenzia comunque
un solo grande fattore 'plasticamente' tangibile: l'Umbria e'
gia' multietnica. Affiorano nella ricerca i nuovi umbri, migranti
di seconda generazione, con percentuali del 10 per cento tra gli
studenti e del 30 per cento tra chi frequenta corsi di formazione
professionale. Un dato che ci parla di un processo epocale
determinatosi in un tempo relativamente breve, che annuncia
l'evoluzione e la contaminazione di culture".
"Questa ricerca- conclude Stufara- rappresenta una necessita'
ed un'impellenza: avviare concrete e stabili azioni politiche di
benessere per i giovani umbri. Trovare una modalita' di
approfondimento e di risposta ai bisogni e alle problematiche di
una fondamentale fascia di cittadinanza e' senza dubbio un atto
dovuto per garantire i servizi, indirizzando le politiche sociali
e il welfare in generale verso una piu' attigua e congrua griglia
di interventi, aderenti alle reali istanze ed esigenze dei
giovani".
(Wel/ Dire)