ZINGARETTI: QUESTA E' LA MEMORIA CHE VOGLIAMO COSTRUIRE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 ott. - Suoni, parole e
fotografie per ricostruire, passo dopo passo, il percorso dalla
vita alla morte degli oltre mille ebrei romani strappati dalle
loro case il 16 ottobre del '43 prima di essere portati nei campi
di sterminio di Auschwitz. I ragazzi del liceo scientifico
Keplero hanno raccontato cosi' la tragedia della Shoah, dopo aver
visitato, lo scorso anno, i lager polacchi. Ieri il loro lavoro
e' stato presentato nel corso del convegno 'La memoria e
l'immagine: 16 ottobre 1943: cosi' vicino cosi' lontano' nella
sala Nassiriya di Palazzo Madama. A commentarlo sono stati, tra
gli altri, il presidente del Senato, Renato Schifani, il
presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, quello
della comunita' ebraica della Capitale, Riccardo Pacifici,
l'assessore provinciale alla Scuola, Paola Rita Stella, Piero
Terracina, uno dei pochi a tornare dalla deportazione, e i
ragazzi e i docenti di alcune scuole del territorio.
Dopo aver ricordato i viaggi che la Provincia di Roma
organizza con gli studenti sui luoghi della tragedia, Zingaretti
ha spiegato che "una delle missioni che abbiamo e' fare in modo
che questa esperienza non sia una parentesi, ma un fatto che
rimanga impresso nella pelle. La memoria e' l'arte di tramandare
ad altri, non e' solo una data storica o una nozione di storia.
Il lavoro di questi ragazzi e' l'esempio di come intendiamo
portare avanti il lavoro della memoria". Pacifici, dal canto suo,
chiede di dare risalto ad iniziative come queste: "Siamo certi
che domani sui giornali troveremo le stesse prime pagine che
vengono dedicate alle aggressioni xenofobe e razziste? Dobbiamo
dare maggiore attenzione al lavoro splendido che questi ragazzi
fanno dopo i viaggi della memoria per far scattare la molla
dell'emulazione su un fatto positivo".
Toccante la testimonianza di Terracina: "Da quell'abisso, da
quell'inferno, della mia famiglia solo io sono riuscito a
riemergere. Ho impresso nella memoria il 16 ottobre del '43:
pioveva, mio padre mi aveva mandato a fare la fila dal tabaccaio
perche' quel giorno distribuivano le sigarette. Mio padre mi
raggiunse e mi porto' a casa, sotto il portone trovammo il resto
della famiglia. Qualche giorno dopo fummo portati a Regina Coeli
senza aver commesso alcun reato e, dopo che ci furono prese le
impronte digitali, mio padre disse a me e al resto della
famiglia: 'Possono succedere cose terribili, siate uomini e non
perdete la dignita'".
(Wel/ Dire)