MINACCE DA INSEGNANTI, ALCUNE HANNO LASCIATO LE SCUOLE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 ott. - Un nuovo rapporto di
Amnesty International rivela che le donne e le ragazze rifugiate
del Darfur fronteggiano quotidianamente alti livelli di rischio
di stupro o altre violenze sia dentro che fuori i campi profughi
del Ciad orientale, nonostante la presenza delle forze di
sicurezza dell'ONU.
In "Non c'e' posto per noi qui: violenze contro le rifugiate
nel Ciad orientale", Amnesty International riporta di stupri ed
altre violenze contro le donne e le ragazze nei campi, attaccate
da abitanti dei villaggi vicini e da membri dell'Esercito
Nazionale Ciadiano. "Lo stupro di cui innumerevoli donne e
ragazze hanno avuto esperienza in Darfur continua a perseguitarle
nel Ciad orientale- ha dichiarato Tawanda Hondora, vicedirettrice
del Programma per l'Africa di Amnesty International-. Queste
donne sono fuggite dal Darfur, sperando che la comunita'
internazionale e le autorita' ciadiane avrebbero offerto loro
protezione e misure di sicurezza. Questa protezione si e'
rivelata esigua ed esse rimangono esposte agli attacchi".
Il rapporto dice che le ragazze rifugiate hanno subito
molestie sessuali anche da parte dei loro insegnanti nelle scuole
dei campi. Secondo testimonianze, alcune ragazze sono state
minacciate di ricevere dei bassi voti se si fossero rifiutate di
avere rapporti sessuali con i loro insegnanti, motivo per cui
alcune di esse hanno deciso di lasciare la scuola. "Molte persone
sanno che le donne che si avventurano fuori dai campi profughi
nel Ciad orientale per raccogliere legna per il fuoco ed acqua
rischiano molestie e stupri- ha dichiarato Tawanda Hondora-. Cio'
di cui la gente non si rende conto e' che c'e' poca sicurezza per
quelle stesse donne anche all'interno dei campi. Sono a rischio
di stupro ed altre violenze da parte di membri della famiglia, di
altri rifugiati, e di personale delle organizzazioni umanitarie,
il cui compito e' quello di fornire loro assistenza e supporto".
La Dis (Detachement Integre' de Securite' - o Unita' Integrata
di Sicurezza), una delle forze di polizia del Ciad sostenuta
dalla Missione Onu nella Repubblica Centro-africana ed in Ciad
(Minurcat) che ha la specifica responsabilita' di provvedere alla
sicurezza nei campi profughi e nei dintorni, e' ora completamente
dispiegata, con piu' di 800 ufficiali in 12 campi profughi del
Ciad orientale. Tuttavia, alcuni membri della Dis sono stati
bersagli diretti di violenze e alcuni di essi hanno anche
commesso violazioni dei diritti umani. La maggior parte delle
ragazze e delle donne rifugiate non credono che la Dis abbia
fatto molto per combattere lo stato di insicurezza in cui si
trovano. "Gli ufficiali della Dis passano molto tempo a
proteggere se stessi. Nessuno sembra avere tempo per proteggere
noi", ha detto una delle donne intervistate dai ricercatori di
Amnesty International al campo profughi di Gaga.
I colpevoli di stupri e di altre forme di violenza contro le
rifugiate nel Ciad orientale raramente vengono consegnati alla
giustizia. Questo succede anche quando le sopravvissute
denunciano lo stupro o altri attacchi alle autorita' ciadiane
locali, alla Dis o ai direttori dei campi profughi. "La cultura
fortemente radicata dell'impunita' in tutto il Ciad orientale -
soprattutto se si tratta di stupro o altre forme di violenza
contro le donne - deve finire immediatamente," ha detto Tawanda
Hondora.
Anche l'uso di metodi tradizionali di risoluzione delle
dispute per trovare un accordo "negoziato" per i casi di stupro e
di violenze contro donne e ragazze perpetua l'impunita' e da
adito ad ulteriori violenze. Una ragazza di 13 anni nel campo
profughi di Farchana e' stata violentata da un infermiere
ciadiano che lavorava per un'organizzazione che gestisce i centri
sanitari nel campo. E' rimasta incinta in seguito allo stupro ed
ha partorito nel gennaio del 2009. L'uomo ha riconosciuto di
essere responsabile della gravidanza e dopo una serie di
trattative, ha accettato di sposare la ragazza e pagare una dote
alla sua famiglia. E' poi fuggito dalla zona. Nonostante le
denunce riportate agli ufficiali ciadiani, nel Maggio 2009 ancora
non sembrava fosse stato fatto alcuno sforzo per trovarlo, ne'
era stata intrapresa alcuna azione legale contro di lui.
Amnesty International ha dichiarato che non e' possibile
conoscere il numero esatto di donne e ragazze che sono state
vittime di stupro o violenze dentro e fuori dai campi del Ciad
orientale, in quanto le donne raramente riportano tali crimini,
in primo luogo per paura dello stigma, incluso da parte delle
loro stesse famiglie, e poi a causa del trauma subito. "Le donne
sposate che sono state stuprate sono spesso espulse o abbandonate
dai loro mariti, mentre le ragazze e le giovani donne molto
spesso trovano difficolta' a sposarsi. Per questo motivo, la
maggior parte delle donne sceglie di rimanere in silenzio
riguardo allo stupro per evitare conseguenze sociali negative -
il che significa che i colpevoli la fanno franca", ha affermato
Tawanda Hondora.
Amnesty International ha fatto appello affinche' vengano
promossi interventi efficaci ed immediati sia da parte del
governo del Ciad che da parte della comunita' internazionale per
colpire lo stupro pervasivo e sistematico ed altre forme di
violenza contro le donne e le ragazze profughe del Darfur nel
Ciad orientale. "Deve essere messo in atto un piano chiaro ed
esaustivo che chiarisca una volta per tutte che stupro e violenza
sessuale sono crimini inaccettabili e devono essere rinforzate le
leggi ciadiane," ha detto Tawanda Hondora.
Il Ciad orientale ospita approssimativamente 260,000 rifugiati
del Darfur, la maggior parte dei quali sono donne e bambini e
molti dei quali risiedono nell'area da piu' di 5 anni. I
rifugiati risiedono in 12 campi differenti sparsi lungo la linea
di confine fra il Ciad e il Darfur.
(Wel/ Dire)