'DIREFUTURO', PARLA L'ABRUZZO: SISMA KO, ABBIAMO VINTO
I PRESIDI DELL'AQUILA: "SCUOLA PILASTRO DELLA RINASCITA".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 ott. - L'Abruzzo risorto
dalle sue ceneri, dalla polvere delle sue macerie, alza la testa
e si racconta. Ora che il terremoto del 6 aprile sembra un po'
piu' lontanto, ora che rimettere piede in casa non fa piu' cosi'
paura, e' tempo di ricominciare. E la scuola lo ha fatto per
prima, come hanno raccontato in occasione di 'Diregiovani
direfuturo - Festival delle giovani idee', organizzato a Roma dal
portale Diregiovani.it e dall'Istituto di Ortofonologia (Ido), i
dirigenti scolastici dell'Aquila. Racconto in una tavola rotonda
moderata da Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Ido,
cui hanno partecipato, oltre ai presidi de L'Aquila, Massimo
Radiciotti, direttore Ansas, Giorgio Rembado, presidente
dell'Associazione nazionale presidi, e Annamaria Gentile, in
rappresentanza dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio.
Stamattina, dunque, la seconda giornata del Festival si e'
aperta con le testimonianze commoventi ma per niente ridondanti
della scuola abruzzese che ce l'ha fatta, si e' scrollata le
macerie del terremoto di dosso e ora procede a testa alta verso
il suo futuro. "La scuola e' stata il motore della ripartenza- ha
ricordato il preside dell'istituto comprensivo Rodari, Armando
Rossini- in un contesto come quello dell'Aquila parlare di
giovani e futuro, titolo di questo Festival, e' essenziale.
Significa superare il problema di una citta' che ormai e' solo
nel nostro immaginario per spingere forte verso il domani. Sono i
ragazzi che ci chiedono di farlo". La preside della scuola
superiore Duca D'Aosta -istituto che, nel suo cortile, ha dato
ospitalita' ai container con le segreterie di decine di altre
scuole-, ricorda che, subito dopo il terremoto, la cosa piu'
difficile e' stata "mettersi in contatto con i ragazzi. Non
riuscivamo- spiega Gianna Colagrande- a comunicarci, era tutti
dispersi tra la costa e la citta'". La catena, dunque, ha
rischiato di spezzarsi, ma la scuola, il lavoro di dirigenti e
insegnanti, ha ricompattato le fila degli studenti. Anche grazie
alla forza di docenti e presidi in molti hanno deciso di rimanere
a studiare in citta'. Cosi', come ha mostrato un video proiettato
durante l'incontro, il 21 settembre hanno suonato le prime
campanelle con i ragazzi festanti che si riabbracciavano, in
molti casi, per la prima volta dopo il terremoto.
"E' stato bellissimo- ha spiegato sempre la preside Gianna
Colagrande- tornare a sentire le voci dei ragazzi nei corridoi".
Purtroppo non ci saranno, almeno per un po', i "giovedi'
universitari che animavano la citta'- ha aggiunto un altro
dirigente, Carlo Fonzi, a capo dell'istituto superiore Colecchi-
vedere il centro cittadino vuoto fa male, ma bisogna andare
avanti". La lotta per la normalita' all'Aquila "si fa giorno per
giorno- ha ricordato Giuliano Tomassi, numero uno della scuola
media Alighieri- vogliamo riconquistare una meritata normalita'".
Anche il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado, ha partecipato
alla tavola rotonda, moderata Bianchi di Castelbianco. "Scuola e
futuro- ha sottolineato Rembado- sono un binomio inscindibile.
Avere uno spazio come questo creato a Roma per le idee e le buone
pratiche da' la dimensione di una scuola diversa, di una scuola
creativa che, pero', spesso non e' capace di valorizzare se
stessa". Anche in questa direzione l'Anp ha ringraziato
stamattina con il premio 'Romei' quattro tra i migliori docenti
del paese.
(Wel/ Dire)
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