(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 ott. - "I minori stranieri non accompagnati sono il fenomeno nuovo dell'immigrazione globale. Ci sono bambini di strada e ragazzi soli in tutti i paesi". A dirlo e' Serenella Pesarin, direttore generale per l'Attuazione dei provvedimenti giudiziari del dipartimento per la Giustizia minorile, intervenuta alla presentazione del progetto "Oltre la discriminazione" per l'inserimento dei minori migranti. Un'affermazione che diventa una vera e propria denuncia nel momento in cui Pesarin definisce i minori soli "invisibili, schiavi e vittime delle tratte, fortunati se finiscono a fare accattonaggio, mentre se sono sfruttati nel giro dello spaccio di droga sono anche costretti ad assumere sostanze". Uno scenario inquietante su cui la comunita' internazionale non si e' ancora interrogata abbastanza. "Tutti i dati che abbiamo anche a livello europeo non sono attendibili perche' non c'e' un criterio di rilevazione univoco- continua il direttore generale- mentre invece l'unica risposta efficace dovrebbe essere combattere la criminalita' organizzata a livello di traffico internazionale". Sulla base della sua esperienza, Pesarin fa un'analisi piu' ampia del settore della giustizia minorile in Italia: "Quello che ci preoccupa e' il fatto che le denunce non calano a sufficienza, ad esempio oggi il dato e' sceso di poche migliaia di unita' rispetto al 2002 e si attesta attorno alle 39.000 di cui 28.000 riguardano italiani e 11.413 stranieri, anche questo e' un fenomeno nuovo, perche' nelle migrazioni del passato non c'era tutta questa delinquenza minorile". Di questi, circa 8mila sono minori non accompagnati. Perche' questi dati siano allarmanti e' presto detto. "L'Italia e' un paese ricco, con la scuola, i servizi sanitari e sociali gratuiti per tutti, ma le denunce penali che coinvolgono minori italiani sono solo 3mila in meno rispetto a sette anni fa". Secondo Pesarin c'e' una grave responsabilita' collettiva sulla devianza minorile, di cui individua gli elementi: "Da un lato si diffondono crimini diversi dal passato, come gli stupri di gruppo e le baby gang formate da ragazzini che hanno in tasca cellulari di valore superiore a quelli che rubano ai coetanei - spiega - e' una crisi educativa, con malesseri diversi da regione a regione". C'e' poi il fattore mafie, che si avvantaggia dei vuoti lasciati dalle istituzioni, del malaffare e della corruzione. "La criminalita' e' un'agenzia di lavoro concorrenziale rispetto alla societa' civile, perche' li' vai avanti solo se vali come criminale, non ti servono raccomandazioni e a volte diventa una scelta consapevole dei giovani che cercano la strada facile per fare soldi e diventare qualcuno". Un atteggiamento che puo' coinvolgere anche i giovani immigrati. Per questo secondo il direttore generale, "gli enti locali devono investire sul penale e ci serve una comunicazione sociale su questi temi". Il processo penale minorile italiano e' tra i piu' avanzati al mondo, in quanto considera la custodia in carcere come ultima ratio e prevede istituti di reinserimento come la 'messa alla prova'. L'obiettivo e' quello di non interrompere i processi di crescita dei ragazzi. Il Dipartimento per la giustizia minorile si occupa della tutela dei diritti dei minori e dei giovani adulti, dai 14 ai 21 anni, sottoposti a misure penali. Agisce mediante interventi preventivi, educativi e di reiserimento nella societa'. Sono 12 i Centri per la giustizia minorile (Cgm), con competenze anche su piu' regioni, 18 gli istituti penali per minorenni e 29 gli uffici di servizio sociale che forniscono assistenza durante il procedimento ai ragazzi autori di reato. La rete di enti della giustizia minorile comprende anche 25 centri di prima accoglienza (Cpa) che ospitano i minori in stato di fermo fino all'udienza e 12 comunita' assicurano l'esecuzione dei provvedimenti giudiziari. (Wel/ Dire)