(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 ott. - Eccezionale intervento all'ospedale Molinette di Torino, dove ieri e' stato effettuato un trapianto di fegato su una bambina di appena due anni. Erano ormai poche le speranze per Diana Rebegea, una bimba affetta da epatoblastoma, una rara forma di tumore pediatrico. Si e' reso necessario il coraggio e la generosita' del padre della bimba, Adrian, per risolvere in extremis la situazione. Nessuno degli organi disponibili nella lista nazionale trapianti, infatti, era compatibile con quello ormai compromesso di Diana. A marzo, dopo la diagnosi, era iniziato subito il primo ciclo di chemioterapia, ma in attesa di trovare un donatore compatibile, le sue condizioni peggioravano di giorno in giorno. Di fronte all'impossibilita' di trovare un fegato sano da cadavere, come extrema ratio si e' fatta avanti allora l'ipotesi della donazione da parte del padre Adrian. Il papa' si e' detto subito pronto a donare un quarto del suo fegato, il lobo epatico sinistro, riducendo sensibilmente le possibilita' che il tumore tornasse a riformarsi. I chirurghi dell'ospedale e i genitori di Diana hanno atteso fino all'ultimo momento prima di procedere all'espianto. Spiega il professor Salizzoni, autore dell'intervento di ieri mattina: "Il tumore era stato fermato dalla chemioterapia fatta al Regina Margherita, ma da quando quella cura e' stata sospesa perche' non si poteva proseguire avevamo a disposizione un periodo-finestra di soli 25 giorni per il trapianto. Poi accade che il tumore si ripresenti, e a quel punto la vita di Diana sarebbe stata segnata". Nel reparto del Molinette prescelto per il trapianto, padre e figlia sono entrati mano nella mano canticchiando la canzoncina preferita di Diana. Dopo l'intervento, i due si trovano ora in condizioni soddisfacenti e, in assenza di complicazioni, Diana potrebbe uscire dall'ospedale e raggiungere a casa il fratello di 16 anni nel giro di dieci o quindici giorni. "Nella fase post-operatoria esistono dei rischi, quali infezioni, emorragie, embolie- spiega Salizzoni che pero' si mostra "abbastanza fiducioso riguardo al decorso." Finora, in dieci anni su 90 bambini trapiantati, solo in un caso c´e' stata una recidiva e il bimbo in queatione e' morto. Nel complesso, su duemila trapianti di fegato e di pancreas, soltanto 14 sono stati possibili grazie alla donazione di un vivente, in tre casi ad essere trapiantati sono stati bambini che hanno ricevuto gli organi dai genitori. (Wel/ Dire)