(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 30 nov. - Servono piu' informazione e conoscenza sull'opportunita' della vaccinazione per l'influenza A. E' quanto ribadisce il professor Alberto Giovanni Ugazio, direttore del Dipartimento Medicina Pediatrica del Bambino Gesu' di Roma, durante un intervento al 65esimo Congresso della Societa' Italiana di Pediatria a Padova. "Il successo ottenuto con l'istituzione dell'obbligo vaccinale ha permesso di considerare la vaccinazione un diritto per la popolazione- ha spiegato Ugazio- Abbiamo fortunatamente dimenticato le tragiche caratteristiche cliniche di alcune gravi malattie come la poliomielite e la difterite, e ci avviamo a prevenire un numero sempre piu' grande di decessi, ricoveri ospedalieri e risorse assistenziali per altre malattie prevenibili: in assenza di questa politica probabilmente avremmo ancora a che fare con periodiche epidemie di malattie fatali o invalidanti". Secondo Ugazio, pero', "a questi successi consolidati non corrisponde una buona copertura per le vaccinazioni che sono semplicemente raccomandate e che sono state introdotte piu' recentemente. La regionalizzazione della salute, inoltre- continua- ha permesso un'autonomia regionale in tema di vaccinazioni che ci presenta un panorama del tutto variegato con alcune aree virtuose e altre dove l'offerta vaccinale per i vaccini raccomandati e' decisamente scadente". Ma questo "baluardo della sanita' pubblica, che ha permesso di raggiungere tanti successi- aggiunge Ugazio- deve probabilmente lasciare il posto ad una strategia piu' articolata basata sulla comunicazione e sull'informazione. E' bene analizzare le componenti critiche di un sistema nel quale al posto dell'obbligo vige la comunicazione con le famiglie: sono infatti numerose quelle colpite dalla 'immunization hesitancy', ovvero dall'incertezza per mancanza di informazioni necessarie a prendere una decisione consapevole". Ecco allora le difficolta' che si sono registrate con l'arrivo dell'influenza A. "La pandemia influenzale ha posto importanti problemi di comunicazione nelle situazioni emergenti. L'informazione ha disorientato spesso le famiglie e nonostante i messaggi serrati del ministero della Salute- spiega Ugazio- pochi sembrano i genitori che vaccinerebbero i propri figli una volta che il vaccino fosse disponibile per la popolazione generale. Lo stesso Ministero indica chiaramente come il raggiungimento capillare della popolazione potra' essere ottenuto dalle regioni con la collaborazione dei pediatri di famiglia e dei medici di medicina generale. Ma finora queste figure professionali sono state scarsamente coinvolte". In conclusione, secondo Ugazio, "la storia delle vaccinazioni nel nostro Paese, le recenti emergenze e l'inequita' nell'offerta vaccinale mettono in evidenza la necessita' di trovare soluzioni per garantire maggiormente la salute della popolazione pediatrica. La pediatria italiana puo' fare la differenza: e' necessario che i medici diventino protagonisti delle strategie intervenendo nella formulazione delle raccomandazioni vaccinali, impegnandosi nella comunicazione con le famiglie, ritornando a vaccinare essi stessi e intervenendo in ogni passo del percorso vaccinale". (Wel/ Dire)