BOLOGNA, REATO DI CLANDESTINITÀ FA PAURA NELLE SCUOLE
QUARTIERI: REFEZIONI NON PAGATE, ALUNNI STRANIERI SALTANO PASTO.
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 25 nov. - Il decreto sicurezza fa ancora paura a Bologna. Gli stranieri irregolari, che rischiano di incappare nel nuovo reato di clandestinita' istituito dal Governo, non si fidano neanche di lasciare i loro figli a scuola per mangiare. Sono numerose le famiglie che, al momento del pranzo, prendono i loro bambini a casa, per poi riportarli in classe subito dopo il pasto. Alcuni Quartieri, riferisce infatti Daniela Turci, consigliera comunale del Pd e preside dell'istituto comprensivo otto, avrebbero iniziato a chiedere alle scuole il motivo del mancato pagamento della mensa da parte di alcune famiglie, che in qualche caso sono appunto stranieri senza il permesso di soggiorno. Dal canto suo, pero', l'assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Simona Lembi, dice di non essere a conoscenza di episodi del genere. "Un conto e' l'effetto paura che il decreto sicurezza produce su molti immigrati- afferma Lembi- e quindi non escludo che molte famiglie ritirino il proprio figlio da scuola. Ma non mi risulta che da parte degli sportelli comunali o di quartiere ci siano applicazioni diverse del decreto" rispetto al dovere di non denunciare gli stranieri irregolari (bambini e genitori) nel momento dell'accesso ai servizi scolastici. Ad ogni modo, aggiunge Lembi, "faremo delle verifiche" sugli episodi citati da Turci, nella certezza che "il Comune non fara' mai nulla che non sia negli interessi dei minori, anche a costo di forzare il decreto. Faremo di tutto- ribadisce l'assessore- perche' l'accesso scolastico sia il piu' ampio possibile, compresi i servizi educativi aggiuntivi" come il dopo-scuola, la mensa o il trasporto scolastico. Il problema sugli alunni stranieri che saltano il pasto a scuola e' emerso questo pomeriggio nel corso della seduta congiunta della commissione delle Elette e della commissione Scuola a Palazzo D'Accursio. Chiamata a illustrare gli effetti del decreto sicurezza in particolare sui minori stranieri irregolari che frequentano le scuole e' stata Nazzarena Zorzella, avvocato e responsabile dell'associazione di studi giuridici per l'immigrazione (Asgi). Secondo l'analisi fatta da Zorzella in commissione, l'obbligo per un cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno quando richiede un servizio di pubblica amministrazione non vale per le attivita' sportive, le prestazioni sanitarie e quelle scolastiche obbligatorie. Cio' significa che un immigrato non e' tenuto a presentare il permesso di soggiorno, ne' l'operatore a chiederlo, quando iscrive il figlio a scuola, compreso il nido e compresi tutti i servizi complementari di diritto allo studio. Il problema e' che "l'effetto allarme del decreto sicurezza e' stato devastante- spiega Zorzella- ogni operatore della pubblica amministrazione, ogni volta che incontrava uno straniero, si poneva il problema se dovergli chiedere il permesso di soggiorno e, nel caso di clandestinita', denunciarlo". Dunque, sottolinea l'avvocato, "e' giusto e civile propagandare una corretta applicazione della legge". Anche per questo Antonio Mumolo, consigliere comunale del Pd e presidente degli avvocati di strada, propone la creazione di un vademecum da diffondere in tutte le scuole, con le informazioni relative al decreto sicurezza. Un'iniziativa che riceve il plauso della democratica Amelia Frascaroli (ex dirigente Caritas), la quale invita a "studiare un modo per coinvolgere la Regione" in questo progetto. (Wel/ Dire)
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