(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 nov. - "Il Sad non e' un intervento assistenziale e sporadico ma un intervento nel tempo e in un quadro di cooperazione in cui si crea una relazione a tre tra beneficiario, sostenitore e associazione che si pone come mediatore". Ne e' convinta Marida Bolognesi, consigliere dell'Agenzia per le onlus e coordinatore del progetto Sad e del comitato scientifico che si e' occupato della stesura delle Linee guida per il sostegno a distanza di minori e giovani, presentato questa mattina a palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta. "Il documento- spiega Bolognesi- e' la dimostrazione di come si puo' arrivare a promuovere il coinvolgimento e il confronto con le persone che operano in questo settore pur avendo metodi, stili e diverse pratiche per lavorare". Queste differenze pero' sono considerate dall'Agenzia per le onlus "una ricchezza, perche' solo nella condivisione e nella messa in comune delle buone pratiche si puo' realizzare davvero un documento condiviso" quale e' quello delle Linee guida. Nel corso del tempo e' nata la necessita' di costruire una "griglia" di comportamenti virtuosi da seguire per poter rilanciare al meglio il sostegno a distanza, che lavora a tutela di diritti "che sono si' sempre uguali- sottolinea Bolognesi- ma che si arricchiscono nel corso degli anni". In questo contesto e' stato piu' che mai necessario "adottare un quadro normativo che riempia si' un vuoto normativo, ma che possa anche essere usato come timone di guida dalle associazioni ed enti che si occupano o che intendono lavorare nel Sad". Parola chiave oltre la trasparenza, alla base del documento e' anche "promozione". Promozione che non e' solo quella intesa nei confronti dei beneficiari, con un sostegno inteso come tutela del diritto allo studio o alla salute di un minore, del quale beneficia l'intera comunita', ma anche del sostenitore. "Se da un lato- sottolinea il consigliere dell'Agenzia per le onlus- e' chiara la finalita' promozionale del soggetto che riceve il sostegno dall'altro lato e' nostra cura e interesse anche valorizzare e incentivare la promozione del sostenitore". In che modo? "Con il Sad chi decide di finanziare un progetto ha un percorso di crescita personale: dalla solidarieta' intesa come concetto ideale si passa a una consapevolezza e a una coscienza sociale maggiore, cresce nei soggetti che si impegnano- spiega Bolognesi- la coscienza di contribuire alla solidarieta' sociale e cresce l'interculturalita'". La strada e' tracciata: abbandonare la logica della beneficenza "purtroppo ancora molto spesso interna alla coscienza collettiva" per la consapevolezza progressiva di una rete di solidarieta' e di corresponsabilita' adulta, che non parla piu' di "adozione", emotiva e autoappagante, ma di "sostegno", inteso come il proprio impegno concreto per una giustizia sociale a livello mondiale. (Wel/ Dire)