(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 nov. - (di Paola Spinelli, vicepresidente Anp Roma) Nel decennale della prematura scomparsa di Sandro Onofri, apprezzato scrittore, giornalista e insegnante di lettere in un istituto scolastico di Pomezia, e' bene ricordare 'Registro di classe', un suo libro edito postumo nel 2000 da Einaudi nei Tascabili Stile Libero. Il testo fu trovato dalla moglie Marina nel computer dell'autore, insieme a tre articoli, pubblicati su "l'Unita'" e su "Diario della settimana", che Onofri intendeva elaborare per includerli nel libro, ove sono stati fedelmente riportati in appendice. Onofri, nella stesura del suo testo, aveva preferito, dopo qualche incertezza, la forma del diario a quella narrativa, che aveva pur sperimentato con successo nei suoi precedenti romanzi, da Luce del Nord (1990) e Colpa di nessuno (1995) sino a L'amico di infanzia (1999). Probabilmente l'autore avra' avuto l'intento di dare maggior rilievo al suo ruolo di scrittore e protagonista delle vicende emotivamente vissute nell'hinterland romano in quell'anno di vita scolastica: dal 21 settembre (primo giorno di scuola) al 10 maggio, in cui il racconto fatalmente si interrompe con la pungente descrizione di un desolante ricevimento dei genitori. Registro di classe ottenne un notevole successo di critica e di pubblico e il nome di Onofri e' da allora tra quelli dei piu' importanti scrittori-insegnanti del nostro tempo, tra i quali potrebbero citarsi, ad esemplificazione, Daniel Pennac con Diario di scuola (Chagrin d'e'cole), Domenico Starnone con Ex cattedra e Fuoriregistro, Sottobanco, Solo se interrogato, Paola Mastrocola con La scuola raccontata al mio cane e La gallina volante, Marco Lodoli con I professori e altri professori e Il rosso e il blu ed infine Giovanna Bandini con il recente Lezione d'amore. La fortuna editoriale di Registro di classe sara' stata in parte determinata dall'interesse che la narrativa sulla scuola riesce solitamente a suscitare nel pubblico dei lettori: si pensi al celeberrimo Cuore che dal 1886 ha dato fama imperitura a Edmondo De Amicis, anche se il suo stile patetico-sentimentale non gli aveva fatto incontrare il favore della critica. Ma indubbiamente molto del successo e' dovuto alla sapiente scrittura di Sandro Onofri che, con uno stile vivace e scorrevole, ha saputo darci un esauriente spaccato del mondo della scuola, attraverso una serie di piccole storie scolastiche, divertenti o meno, raccolte quasi giornalmente, che hanno offerto all'autore lo spunto per esprimere le sue considerazioni, talvolta impietose, sulla pubblica istruzione e le sue incrostazioni burocratiche. Si tratta di osservazioni espresse con fantasia, intelligenza e buonsenso, spesso orientate verso quei cambiamenti che, con poca o nessuna spesa, si sarebbero potuti apportare, secondo l'autore, alle norme o direttive ministeriali al fine di una migliore e piu' proficua collaborazione fra l'insegnante, i ragazzi e le loro famiglie, specialmente in quelle zone piu' disagiate, ove spesso la gente, per forza di cose, deve adattarsi ad una vita in cui mancano del tutto proposte culturali. L'insegnante-scrittore Onofri ama la scuola e apprezza lo stare in classe, nonche' il condividere con gli alunni emozioni e sentimenti. Affronta il suo quotidiano con impegno, superando i momenti di sconforto derivanti da una professione, secondo lui, non giustamente valutata. Ed ha le idee cosi' chiare che - come appare dagli articoli Il destino del prof: ubbidire e Non si corre la Mille Miglia in Topolino, scritti nel 1998 e pubblicati in appendice - usa tutta la sua esperienza per esprimere con decisione e chiarezza le sue opinioni, che veramente vale la pena di leggere. Tanto piu' che si tratta di questioni allora dibattute e tuttora presenti, quali l'abolizione degli esami di riparazione, il diritto dei docenti ad un aggiornamento gratuito e ad un posto di lavoro attrezzato, il criterio meritocratico, la "tanto decantata autonomia scolastica". (Wel/ Dire)