(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 nov. - Archivi on line interattivi dove poter richiedere informazioni, accedere a quelle organizzate dalle varie organizzazioni di solidarieta' internazionale, visionare foto, video e materiali e, perche' no? Visitare insieme all'associazione il paese dove vive il bimbo sostenuto. È questa una delle nuove frontiere del sostegno a distanza: le principali organizzazioni che si occupano di questa realta', molte iscritte al Forum Sad, rete per il sostegno a distanza, si adeguano al mondo di Internet e fidelizzano i loro sostenitori. Ma chi sono gli italiani che sostengono a distanza bambini, comunita' o progetti nei Paesi in via di sviluppo? "Non c'e' una fotografia univoca del donatore- spiega Vincenzo Curatola, presidente del Forum Sad- molti sono coppie giovani, ma ci sono anche persone anziane, scuole, aziende o singole persone". Ma in questo mondo cosi' complesso e sfuggente, quale e' la galassia del sostegno a distanza, ci sono delle tipologia ricorrenti che ritornano: le giovani coppie ad esempio, aperte al sostegno tout court: "Sono principalmente i giovani ad avere un'idea di solidarieta' piu' matura- spiega Leopoldo Rebellato, presidente della Ong Incontro Fra i Popoli- legata piu' ad un'idea di giustizia sociale e di responsabilita' collettiva che non ad un sostegno 'affettivo', ad un bambino specifico". Ma il bambino, il fatto che in qualche modo "entri a far parte della famiglia" e' una realta' presente nella maggior parte dei casi: "Il 70%-80% dei donatori- conclude Rebellato- sono persone legate emotivamente al bimbo". Niente di male di per se', ma in questo modo, osserva Daniela Bernacchi, presidente di Intervita, "il sostegno, come concetto, fa fatica a decollare". Essenziale nel vocabolario del Sad infatti e' proprio la sostituzione del termine "adozione" con "sostegno". Se infatti la realta' delle adozioni a distanza e' nata proprio con l'intento di creare una solidarieta' 'emotiva' oggi si tende a far crescere il proprio bacino di donatori: "Per noi l'adozione a distanza non e' mai andata solamente ad un bambino- spiega Bernacchi- ma all'intera comunita', pur mantenendo un rapporto one to one nella donazione". Piu' facile forse, si domanda Rebellato: "Ho la sensazione che le associazioni del Sad abbiano difficolta' a fare un discorso chiaro sul sostegno a distanza- spiega il presidente di Incontro Fra i Popoli- svincolando infatti un sostenitore da un bambino specifico si rischia di perdere una fetta consistente di fondi". Ma qual e' il target socio-economico dei donatori? Per Intervita l'identikit e' chiaro: si tratta per lo piu' di donne (65%), contro un 35% di uomini, l'eta' media e' tra i 35 e i 54 anni e la maggior parte di loro "abbiamo rilevato che sono appartenenti al ceto medio- spiega Bernacchi- molto piu' generoso di quello alto: ci sono tra i donatori solo un 3% di manager". Fuori da questo quadro di massima ci sono pero', ed e' un numero consistente, i casi 'particolari': "Molti dei nostri donatori sono anziani che vogliono sostenere un nuovo 'nipotino'- racconta Elisa Rosso, di Nutriaid- oppure un adolescente che regala ai genitori, per Natale, un nuovo 'fratellino' da accogliere virtualmente in casa". In genere anche per Nutriaid il target economico e' medio alto: "Solo coloro che hanno uno stipendio fisso possono permettersi di sostenere un bambino o un progetto in modo costante nel corso del tempo. Per coloro che vivono una situazione di precarieta' lavorativa funziona molto bene invece- spiega Rosso- il sostegno ad un progetto spot, con un'una tantum, anche consistente, che permetta di realizzare un progetto specifico, spesso infrastrutturale". (Wel/ Dire)