(DIRE - Notiziario Minori) Napoli, 23 nov. - Un'occasione sprecata. Definisce cosi' Sergio D'Angelo, presidente del gruppo di imprese sociali Gesco e vicepresidente di Legacoopsociali, la Conferenza nazionale sull'infanzia che si e' conclusa venerdi' a Napoli. E non per quello che si e' detto o fatto adesso, precisa, ma per quello che non e' stato fatto prima. Innanzitutto il Piano per l'infanzia. "C'era la speranza e l'attesa- dice D'Angelo- che si arrivasse a questa Conferenza con l'approvazione del Piano per l'infanzia che attendiamo dal 2004 i cui ritardi, dunque, non sono attribuibili solo a questo governo". D'Angelo ha coordinato i lavori del gruppo di studio dedicato alla 285, le cui riflessioni sono state rivolte a tracciare un bilancio su un decennio di esperienze che ha visto proprio l'applicazione della legge. "Ci troviamo in presenza di una normativa- aggiunge il presidente di Gesco- che ha dato un contributo fondamentale alle politiche per l'infanzia degli ultimi dieci anni. Quello che non ha funzionato- precisa- e' tutto quello che ci stava intorno. È una legge che ha supplito alla carenza del sistema dei servizi, ma oggi abbiamo difficolta' a garantire lo stesso carattere sperimentale con cui si e' partiti, ci si e' dovuto vincolare piu' al sistema di offerta che proseguire i percorsi di sperimentazione intrapresi. Questo e' accaduto soprattutto al Sud perche' il sistema di servizi rispetto al Nord e' certamente meno strutturato". I dati che sono stati esposti in questi giorni, d'altro canto, hanno confermato certamente l'esistenza di un divario, sul piano della spesa sociale, fra Nord e Sud. Questo divario e' piu' grande, rispetto agli altri settori, di tre volte. Cosa fare allora? "La prima cosa da fare e' capire se si ha voglia di mettere mano, come ha sottolineato Giovanardi, al piano per l'infanzia e al riequilibro dei livelli essenziali di spesa". Il caso di Elvis a Napoli e' emblematico: ha dimostrato quello che dovrebbero essere in citta' le politiche per l'infanzia. "Devono essere politiche a sostegno della famiglia, della casa, dei servizi. La 285 e' un bene prezioso, ma va potenziate e riutilizzata per riequilibrare i livelli di spesa". Una conferenza inutile, dunque? "È presto per dirlo, ma ho l'impressione che gli esiti di questa conferenza non ci faranno andare avanti di molto. Il risultato e' dipeso molto dal percorso che l'ha accompagnato, dal non aver coinvolto abbastanza il terzo settore, le organizzazioni e gli enti locali. Si e' giunti a questa conferenza senza aver definito un piano d'azione e i livelli essenziali di spesa". (Wel/ Dire)