(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 18 nov. - "I tagli uccidono, fondi e reddito per una scuola viva". E' dietro questo striscione, firmato "mondo della formazione in lotta", che ieri da piazza Nettuno a Bologna, alle 19, si muove la fiaccolata di studenti medi e superiori, coordinamento precari e insegnanti, organizzata per protestare contro i tagli alla scuola e ricordare Vito Scafidi, il ragazzo di 17 anni un anno fa nel crollo di una scuola di Torino. Sono almeno 500 persone, con fiaccole (comprate al negozio a 99 centesimi) e candele in mano. Partono ma il corteo si ferma subito, mettendosi al centro della T (l'incrocio tra via Indipendenza, Rizzoli e Ugo Bassi) dove si svolge un breve spettacolo di giocolieri. Dopo un quarto d'ora di blocco del traffico, il corteo alle 19.15 riparte scendendo lungo via Indipendenza accompagnato dalla musica. A sfilare, con le fiaccole in mano, sono soprattutto studenti universitari, ma anche medi. A meta' di via Indipendenza torna lo slogan "Noi la crisi non la paghiamo", ritornello delle proteste del movimento No Gelmini dell'autunno scorso. Il Blocco studentesco (movimento universitario legato a CasaPound), che lunedi' aveva annunciato l'intenzione di partecipare alla fiaccolata, ha scelto alla fine di fare marcia indietro e di non scendere in piazza. Una decisione presa in seguito alla presa di posizione degli organizzatori, che avevano mandato al mittente la loro adesione bollandoli come ospiti non graditi. Il Blocco studentesco ha spiegato di rinunciare al corteo per "evitare inutili tensioni" e "per non cadere in provocazioni e attriti che danneggerebbero solo gli studenti". La scelta del Blocco studentesco, ha scritto il portavoce Stefano Virgili, e' dettata da un "senso di responsabilita' che va oltre le visioni ottocentesche degli organizzatori. Non vogliamo una nuova 'piazza Navona', dove la discriminazione e la violenza politica prenda il sopravvento per via dell'intolleranza dei soliti noti". Sempre in tema di scuola, il deputato del Pdl, Fabio Garagnani, esulta perche' la Procura di Bologna sta ancora indagando su uno degli episodi avvenuti nei giorni 'caldi' delle occupazioni dell'autunno scorso. Un'indagine che nacque nell'ambito del maxi-esposto di Garagnani contro le occupazioni abusive in 15 istituti bolognesi. Le inchieste sulle occupazioni vennero archiviate gia' in dicembre, rimase pero' in piedi quella relativa a un singolo episodio: fuori dal Sabin, due studenti impedirono ad altri di entrare e vennero indagati per violenza privata (parte offesa sono la preside dell'istituto e Garagnani, che fece l'esposto). Le indagini proseguiranno fino a febbraio, comunica il deputato, informato dalla Procura della richiesta di proroga di indagini fatta ad agosto dal pm Persico al gip. (Wel/ Dire)