(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 nov. - A oltre dieci anni dall'approvazione della legge 285/1997, viene tracciato un bilancio degli esiti e degli sviluppi di questa norma che ha segnato le politiche per l'infanzia e l'adolescenza in Italia dal 1997 a oggi. L'analisi, pubblicata nel "Quaderno 47" del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza, permette di ricostruire il quadro culturale, organizzativo e operativo del lavoro sociale svolto per il diritto di vita e di crescita dell'infanzia e dell'adolescenza nel nostro paese. La legge 285 non ha solo consentito di finanziare esperienze e processi che hanno rappresentato una grande opportunita' per moltissimi ragazzi, ma ha anche favorito una nuova cultura che, richiamandosi espressamente alla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989, ha puntato alla visibilita' e riconoscibilita' di bambine, bambini e adolescenti e alla "normalita'" della loro vita quotidiana, piuttosto che alle condizioni di vulnerabilita' o di rischio. Oltre agli esiti culturali, questa legge ha innescato, gia' dai suoi primi anni di applicazione, effetti "moltiplicatori" su svariati piani e dimensioni che durano ancora oggi: incremento e consolidamento del sistema dei servizi, produzione normativa a livello nazionale e locale, destinazione di risorse economiche e finanziarie, nuove forme di programmazione e progettazione, nuovi meccanismi di gestione corresponsabile e associata. Tutto questo e' testimoniato dagli almeno 7.900 progetti finanziati con i fondi della legge 285 nell'arco di dieci anni: progetti che hanno portato innovazione e sperimentazione ma anche il consolidamento di nuove esperienze e la conseguente comparsa di nuove figure professionali e competenze. Non mancano naturalmente i punti critici di questo percorso: il progressivo indebolimento della spinta creativa e della sollecitazione a sperimentare nuovi interventi e le difficolta' di carattere contabile nella gestione dei fondi (per i ritardi nei trasferimenti in corso d'anno delle risorse). L'esperienza della l.285, a partire dal 2007, si puo' dire ormai conclusa in tutte le Regioni e Province autonome ma, grazie all'individuazione di un fondo dedicato alle 15 "Citta' riservatarie" e alla costituzione di un "Tavolo di coordinamento", e' ancora viva nei territori come utile strumento per le politiche promozionali sociali e sociosanitarie per l'infanzia e l'adolescenza. Lo snodo strategico di tali politiche e' oggi individuato nella famiglia, riconosciuta come soggetto sociale attivo, protagonista della rete di relazioni e di solidarieta' su cui fondare l'incontro fra le generazioni, e alla quale occorre dare sostegno per consentirle di affrontare con competenza le difficolta' che le si presentano. Nel volume viene sottolineato un altro elemento importante per il futuro: la capacita' di mantenere una connotazione pubblica ai servizi e di sviluppare strategie di collegamento e di intersettorialita' con le altre politiche territoriali - salute, casa, studio, lavoro - per dare risposta in un'ottica complessiva alle esigenze delle giovani generazioni. (www.minori.it) (Wel/ Dire)