(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 nov. - Bambini e adolescenti oggi in Italia, una 'generazione provvisoria'. E' il ritratto che si ricava dal 10^ rapporto nazionale sull'infanzia e l'adolescenza, curato da Eurispes per Telefono Azzurro e presentato ieri a Roma. Le due grandi indagini -bambini e adolescenti-, svolte all'interno del mondo scolastico, hanno interessato circa 2.500 bambini e ragazzi in 33 scuole di ogni ordine e grado. L'Identikit del bambino e' stato tracciato attraverso un questionario somministrato a bambini con un'eta' compresa tra i 7 e gli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe della scuola primaria e la prima classe della scuola secondaria di primo grado. L'Identikit dell'adolescente, invece, ha raccolto gli orientamenti dei ragazzi dai 12 ai 19 anni, frequentanti la seconda e la terza classe della scuola secondaria di primo grado o una delle cinque classi della scuola secondaria di II grado. I questionari analizzati sono stati 1.090 per quanto riguarda l'infanzia e 1.373 per l'adolescenza. 'Saranno gli uomini del domani- afferma Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes-, eppure i bambini e gli adolescenti di oggi appartengono sempre piu' ad una 'generazione provvisoria', che se da una parte sente l'instabilita' del presente 'velocizzato' dall'avvento e dalla diffusione delle nuove tecnologie tanto da poter parlare di un 'presente gia' futuro', dall'altra si trova spesso priva di punti di riferimento e di modelli che ne orientino la crescita e ne sviluppino le potenzialita'. I contorni del futuro per i giovani sono resi ancora piu' incerti e sfocati dalla crisi dei valori del mondo adulto, in una situazione di mutamenti radicali del mondo del lavoro e nell'incertezza dell'economia globalizzata. Quando si parla di futuro negato- prosegue il presidente dell'Eurispes- non ci si riferisce solamente a quei minori che subiscono abusi, che incappano nella devianza o a quelli costretti a vivere in condizioni di estrema poverta'. E' sotto gli occhi di tutti come, anche per quei ragazzi che si trovano inseriti in contesti fortunatamente meno problematici, che offrono loro opportunita', mezzi, e perfino, in molti casi, una abbondante dose di superfluo, si puo' parlare, in questi anni, di un vero e proprio spreco di potenzialita'. Lo testimonia, nel modo piu' evidente, la diffusione di comportamenti di devianza borghese, o devianza normalizzata'. 'Occorre quindi- conclude Fara- che gli adulti, la societa', la politica, le istituzioni prendano maggiore coscienza della necessita' di offrire la pluralita' di elementi necessaria affinche' i giovani possano riappropriarsi del futuro e dell'idea che ce ne sia uno possibile, migliore, nel quale proiettarsi esprimendo pienamente la loro identita' e sfruttando le innumerevoli potenzialita' che hanno, come mai e' accaduto per le precedenti generazioni, a disposizione'. 'Oggi sappiamo- spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro- che i bambini e gli adolescenti, la cosiddetta 'generazione tecnologica', vivono un momento storico di particolare complessita' che, accanto alle infinite possibilita' offerte dalle nuove tecnologie, presenta le sfide della multiculturalita', delle strutture familiari in rapido mutamento, della crisi economica. Inevitabilmente, le trasformazioni sociali e familiari hanno un impatto sul loro benessere e sulla loro possibilita' di sognare il futuro: e' come se davanti all'incertezza del futuro e alla crisi dei modelli del passato, ormai inadeguati e superati, i bambini e gli adolescenti fossero intrappolati nel presente, oltre che soli nell'individuazione di nuovi modelli e nella risposta alle difficolta' quotidiane. Appaiono abituati a cavarsela in autonomia, senza l'ausilio degli adulti: di fronte al bullismo, non solo dichiarano di non chiedere aiuto agli insegnanti e ai genitori, ma portano alla luce una realta' nella quale anche il sostegno tra coetanei sembra essere estremamente raro. Lo dimostrano anche i dati della nostra indagine che evidenziano come quasi il 7% degli adolescenti dichiari di uscire portando un coltello o un altro oggetto con cui difendersi e come il 37% conosca almeno un ragazzo che ha questa abitudine'.
LE SPERANZE DEI GENITORI: FORMAZIONE SCOLASTICA E SICUREZZA LAVORATIVA. Interrogati su cio' che credono i genitori vorrebbero per la vita futura dei figli, il 93,8% dei bambini ha risposto che i genitori vorrebbero che andassero bene a scuola, l'88,1% pensa che i genitori sperano che i loro figli riescano a realizzarsi nella vita, trovando un lavoro che sia piacevole e soddisfacente, l'84% ritiene che i genitori sperano che si laureino, l'80,4% che si sposino e il 79,4% che abbiano dei figli; il 77,8% che trovino un lavoro stabile, solo il 14,3% che facciano la loro stessa professione.
IL BULLISMO. Piu' di un quarto dei bambini ha subito piu' volte nell'ultimo anno offese immotivate (27,2%) o provocazioni e prese in giro (28,1%). Inferiori sono le percentuali di chi e' stato oggetto di percosse (10,3%), minacce (10,1%) e furto di cibo di oggetti (9,4%). Preoccupante il numero di bambini su cui sono state diffuse informazioni false o cattive (21,9%), quello di chi e' escluso o isolato dal gruppo (17,4%) e ha subi'to danneggiamento di oggetti (15,5). Molto bassa la quota di vittime di furto in denaro (3,4%). A subire danneggiamento di oggetti e percosse sono in misura maggiore i maschi (rispettivamente 17,8% e 12,4%) rispetto alle femmine (13,2% e 8,2%) che, invece, subiscono con piu' frequenza l'esclusione dal gruppo (20,9% a fronte del 13,9% dei bambini).
BAMBINI E NUOVE TECNOLOGIE: UN USO ABBASTANZA MODERATO. La televisione e' amatissima dai bambini: solo il 4% non ne fruisce mai, contro il 25,3% rilevato per il Pc, il 26,7% per il lettore dvd, il 41,1% per la playstation/Psp, il 42,9% per Internet, il 50% per il lettore Mp3 ed il 55,1% per il cellulare. È proprio il telefonino, quindi, lo strumento tecnologico utilizzato dalla quota meno consistente di bambini; un dato che riflette la minore necessita' dei piu' piccoli per un telefono portatile e la scelta di molti genitori di posticiparne l'acquisto per i figli. Per tutte le apparecchiature considerate, i tempi di utilizzo risultano abbastanza contenuti - prevale l'uso fino ad un'ora al giorno -, ad eccezione della televisione, che oltre un bambino su cinque vede per almeno 2 ore al giorno. La televisione e' anche il mezzo per il quale si registra la percentuale piu' elevata di forti consumatori (l'8,1% la guarda per piu' di 4 ore al giorno) e, complessivamente, il 44,7% la guarda da 1 a 2 ore (31,2%) e da 2 a 4 ore (13,5%); ne fruisce solo per un'ora il 37,4% dei piccoli. Al secondo posto si colloca la playstation: il 12,9% dei bimbi la usa per almeno 2 ore al giorno (il 4,6% addirittura piu' di 4 ore). L'utilizzo delle apparecchiature tecnologiche cresce all'aumentare dell'eta': fra i 10-11enni e' quindi piu' diffuso che fra i bambini di 7-9 anni l'utilizzo del cellulare (il 48,3% dei primi non lo usa mai, contro il 61,1% dei secondi), del lettore Mp3 (non lo usa 54,9% dei piu' piccoli contro il 44,4% dei piu' grandi) e, seppur con lieve scarto, del computer (25,9% e 24,7%) e di Internet (43,9% e 41,8%).
MOLESTIE IN RETE: LE REAZIONI DEI BAMBINI. Puo' accadere che attraverso chat, social network o i blog passino forme di molestie che possono infastidire e preoccupare chi le subisce. La maggior parte dei bambini (33,1%) affronta apertamente il 'molestatore' intimandogli di non dargli piu' fastidio. Un altro metodo largamente utilizzato e' quello di evitare di rispondere ai messaggi della persona che infastidisce (18%) o, in casi estremi, si cerca di tenersi lontano dai luoghi (virtuali) in cui e' possibile incontrare colui che infastidisce (11,8%). Il 6,4% dei piu' spavaldi, invece, ritiene che non sia necessario intervenire in nessun modo perche' la protezione data dallo strumento utilizzato (il Pc) e' tale da non correre rischi particolari. A tale posizione fa eco quella del 2% che, incuriosito, continua a comunicare con chi lo molesta. Elevata la percentuale di coloro che hanno specificato di comportarsi in modi diversi da quelli indicati dalle risposte suggerite (13,7%). Nello specifico, il 18,9% di coloro che hanno risposto 'altro' afferma che si rivolgerebbe ai genitori o ad un adulto per cercare una soluzione al problema.
GLI ADOLESCENTI. LE ASPETTATIVE PER IL FUTURO. Secondo il 96,1% degli adolescenti, tra i 12 e i 19 anni, i genitori desiderano che i propri figli trovino un lavoro che piaccia loro e il 95,9% pensa che i genitori si augurano che trovino un lavoro stabile. L'84,6% ritiene che i genitori sognino una laurea nel futuro dei propri figli. Nell'opinione dei ragazzi non e' importante, per i propri genitori, che nel percorso professionale i loro figli decidano di seguire le orme di famiglia (92,5%). Rispetto ai 'traguardi' nella vita privata l'88,7% dei ragazzi pensa che i genitori vogliano che i figli si sposino e il 90,8% che i loro genitori desiderino diventare nonni. Ma che cosa desiderano invece i ragazzi per il loro futuro? Il desiderio piu' grande e' quello di trovare un lavoro soddisfacente (96,6%) e stabile (94%). Solo il 54,9% esprime il desiderio di laurearsi, e vi e' una buona percentuale di indecisi, al riguardo (28,6%). La maggior parte non desidera fare la stessa professione dei genitori (79,9%) e il 13,6% dichiara di non saperlo ancora. Sposarsi rappresenta un traguardo importante per il 68,7% dei ragazzi italiani, il 22,4% dichiara di non aver ancora deciso e il 71,9% desidera avere dei figli, contro il 21,2% degli indecisi e il 4,6% che sono sicuri di valerne.
UNA STRADA IN SALITA. Il 33,6% degli adolescenti ritiene 'molto difficile' laurearsi e il 58,7% pensa che lo sia 'abbastanza'. Solo il 6,3% ritiene sia 'poco difficile' e un esiguo 0,9% che non lo sia 'per niente'. Il 49,4% dei ragazzi pensa che sia 'molto difficile' trovare un lavoro stabile e il 44,1% che lo sia 'abbastanza'. Allo stesso modo, il 44,1% dei ragazzi ritiene che sia 'abbastanza difficile' trovare un lavoro soddisfacente, e il 42,9% pensa invece che sia 'molto difficile'. Per il 39,3% dei ragazzi e' 'poco difficile' riuscire a fare la stessa professione svolta dai loro genitori, per il 30,3% lo e' 'abbastanza', mentre non e' 'per niente' difficile per il 21,2%. Arrivare al matrimonio e' 'abbastanza difficile' per il 40,8% degli adolescenti, ma il 35,8% pensa che sia 'poco difficile' e il 12,6% che non lo sia 'per niente'. Il 37,8% dei ragazzi pensa invece che sia 'poco difficile' avere dei figli, il 33,9% che lo sia 'abbastanza', il 17,6% che non lo sia 'per niente' e solo il 9,9% immagina sia 'molto difficile'.
(Wel/ Dire)