(DIRE - Notiziario Minori) Rimini, 16 nov. - Un grido di allarme
per il Mezzogiorno. È quello lanciato dagli insegnanti al settimo
convegno internazionale di Rimini del Centro studi Erickson di
Trento sulla qualita' dell'integrazione scolastica, per gli
studenti disabili, con disagio e non solo. Sotto la lente
d'ingrandimento, la Sicilia e l'Abruzzo. Due terre martoriate da
disastri naturali, ma anche dall'incuria dell'uomo e
"dall'irresponsabilita' di chi ci governa". Irresponsabilita' e
abbandono che, nel sud Italia, "investono a tutto tondo un
settore chiave per lo sviluppo del paese come quello della
scuola". Sono le opinioni di Francesco Gatto, professore
dell'universita' di Messina, membro del Sipes e del Siped, che
stamattina, inaugurando la sessione plenaria del convegno, ha
detto: "Il Sud e' stato mollato dalla nostra classe dirigente, in
particolare per quello che riguarda le politiche scolastiche. Il
premier parla della costruzione del Ponte sullo stretto di
Messina come 'un modo di rendere la Sicilia piu' italiana',
offendendo cosi' un'intera popolazione".
Anche Carlo Scataglini, professore di sostegno di una scuola
media inferiore dell'Aquila, e' dello stesso avviso: "La
ricostruzione vera delle case in Abruzzo- ha detto- non e' ancora
iniziata, nonostante quello che si vede in televisione.
All'Aquila gli abitanti rifiutano l'idea di una new-town, di una
citta' da riedificare interamente in un altro posto. Vogliono
ricostruirla dov'era. Lo stesso vale per la scuola italiana.
Vogliamo rinnovarla dov'e' sempre stata: nel sistema pubblico".
Quella di Scataglini e' una testimonianza toccante, di chi sa
cosa vuol dire aver perso tutto: la propria casa, le persone
care. "Da educatori ci siamo posti il problema di come parlare ai
ragazzi traumatizzati dalla catastrofe come noi- ha raccontato-
fra loro c'e' chi ha perso la madre e chi un servizio di
bicchieri: come comunicare con tutti senza discriminazioni? Credo
che il campo d'azione comune sia il futuro, l'orizzonte di
cooperazione e ricostruzione".
Ad ascoltare Gatto e Scataglini, una sala gremita di
insegnanti ed educatori scolastici che ha sottolineato con
numerosi applausi i giudizi negativi sulle politiche governative
sulla scuola. Anche Andrea Canevaro, che con Dario Ianes e'
direttore scientifico della grande manifestazione riminese, non
ha risparmiato critiche all'esecutivo, e in particolare al
sottosegretario Carlo Giovanardi: "Non voglio ricordare- ha
detto- ancora una volta la morte della cultura, della SSis, della
ricerca, della cortesia, dell'educazione. Ma non posso esimermi
dal criticare aspramente un rappresentante del governo che,
riferendosi al caso Cucchi, ha parlato di anoressia e
tossicodipendenza come elementi di morte senza speranza. Credo
invece che dalla morte possa nascere la speranza. Per questo- ha
continuato Canevaro- voglio ricordare Pierino Rollero, un
ispettore del ministero dell'Istruzione che oggi non e' piu' con
noi, uno che ha dato una grande speranza prendendo le parti dei
piu' deboli con ragioni istituzionali, ricordandoci che sono
proprio gli indisciplinati quelli che dobbiamo imparare ad
accogliere".
E di indisciplinati ha parlato anche lo stesso Gatto,
elencando le priorita' di una riforma scolastica "basata sul
concetto di persona, senza aggettivazione come abile o disabile,
nero o bianco, ma nel suo valore intrinseco". "Bisogna recuperare
il discorso sui minori deviati- ha detto-, la pedagogia e le
politiche del governo hanno mollato questo problema
fondamentale". Il professore ha poi ricordato la necessita' di
"discutere nuovamente sulla formazione degli insegnanti" che dopo
5 anni di universita', 2 anni di Ssis e i convegni Erickson "non
si sentono ancora realizzati".
(Wel/ Dire)