(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 nov. - Nascono sempre meno bambini, l'Europa si trova in una sorta di "inverno demografico" da circa trent'anni, ma sembra non rendersene conto: in tutti gli stati dell'Unione, il numero medio di figli per donna infatti e' piu' basso rispetto alla soglia del 2,1, che permette la sostituzione delle generazioni. "L'inverno demografico- spiega Gerard-François Dumont, docente alla Sorbona di Parigi- e' una situazione caratterizzata da bassa fecondita' che dura nel tempo. In Europa ha avuto inizio a meta' degli anni Settanta". La situazione e' evidente se si osserva la piramide demografica della popolazione europea: manca una solida "base" (composta da bambini e ragazzi da zero a 20 anni) capace di "reggere" il peso degli strati successivi. "I giovani sono molto meno numerosi rispetto agli adulti- sintetizza Dumont- il che vuol dire che un domani avremo un numero minore di persone che accedono al mondo del lavoro". Con un impatto facilmente intuibile sulla situazione economica del Vecchio Continente: "La creazione di ricchezza, in un Paese, dipende dal numero di popolazione attiva- sintetizza Dumont-. Meno popolazione significa minor produzione di ricchezza". Ci sono pero' situazioni differenziate da Paese a Paese. Nazioni come la Francia (1,98 figli per donna) e l'Irlanda (1,9 figli per donna) si avvicinano alla soglia dei 2,1 figli per donna che permette la sostituzione delle generazioni. In Italia invece siamo fermi a 1,34 figli per donna. Peggio di noi solo Ungheria (1,32), Polonia e Portogallo (1,3) e Romania (1,29). Mentre ci precedono di poco Spagna, Grecia e Austria (1,38 figli per donna), Slovenia (1,37) e Lituania (1,35). Ma qual e' la soluzione all'inverno demografico? "Non e' l'immigrazione la risposta al problema demografico, ma la presenza di politiche sociali a favore della natalita'", precisa Dumont. C'e' infatti una stretta correlazione tra la presenza di politiche familiari e la presenza di un saldo naturale attivo. In Francia, ad esempio, "per una donna avere un figlio e' un fatto essenziale della sua vita", spiega Dumont. Lo stesso accade in Paesi come la Svezia e la Finlandia, mentre nazioni che investono poco in politiche familiari, come l'Italia, la Spagna, la Lituania o la Grecia, hanno tassi di fecondita' piu' bassi. "Servono iniziative europee per spingere vari Paesi o le regioni a fare migliori politiche familiari- conclude Dumont-. Le famiglie sono il futuro dell'Europa: se mancano loro non c'e' futuro per il nostro continente". (Wel/ Dire)