(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 nov. - "Nei paesi in via di sviluppo circa 200 milioni di bambini sotto i cinque anni soffre di ritardi nella crescita come conseguenza della denutrizione cronica infantile e materna. La denutrizione contribuisce a determinare piu' di un terzo del totale dei decessi dei bambini sotto i cinque anni". Dati che ricorda Vincenzo Spadafora, presidente di Unicef Italia, presentando il nuovo rapporto Unicef "Il punto sui progressi nella nutrizione materno-infantile". "La denutrizione- prosegue- spesso risulta invisibile fino a quando non diventa grave, e i bambini che appaiono sani, possono, in realta', essere esposti a seri rischi e danni permanenti per la loro salute e per il loro sviluppo". La denutrizione "sottrae le forze al bambino e fa in modo che sia piu' vulnerabile alle malattie che il suo corpo altrimenti potrebbe debellare", afferma Ann M. Veneman, direttore generale dell'Unicef. "Piu' di un terzo dei bambini che muoiono di polmonite, diarrea e altre malattie potrebbe sopravvivere se non fosse denutrito". I primi 1.000 giorni, a partire dal concepimento fino al secondo anno di vita di un bambino sono i piu' critici per lo sviluppo. Carenze nutrizionali, durante questo periodo critico possono ridurre la capacita' di contrastare e sopravvivere alle malattie e possono compromettere le capacita' mentali e sociali. "Coloro che sopravvivono alla denutrizione spesso presentano, lungo l'arco della loro vita, deficit fisici e cognitivi, che limitano le capacita' di apprendimento e di inserimento nel mondo del lavoro", spiega Veneman. "Essi rimangono intrappolati in un ciclo intergenerazionale di malattie e poverta'". La buona notizia e' che la riduzione o addirittura l'eliminazione della denutrizione e' possibile. Enormi passi avanti sono stati fatti, in tutto il mondo, attraverso l'attuazione di semplice misure, compresa la fornitura di micronutrienti per le popolazioni piu' vulnerabili di tutto il mondo. Grazie alla fornitura di sale iodato e di vitamina A, sono stati compiuti notevoli progressi che hanno contribuito a ridurre la mortalita' infantile e neonatale. Nei paesi meno sviluppati del mondo, la percentuale di bambini sotto i cinque anni che ha ricevuto dosi adeguate di vitamina A e' piu' che raddoppiata, dal 41% nel 2000 all'88% nel 2008. Di tutti gli interventi messi in atto, l'allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi di vita del bambino - integrato con alimenti nutrizionali adeguati - puo' avere un impatto significativo sulla sopravvivenza dei bambini, potenzialmente puo' ridurre la mortalita' infantile sotto i cinque anni, del 12-15% nei paesi in via di sviluppo. Progressi importanti sono stati compiuti in Asia e in Africa, dove vive il 90% dei bambini rachitici. In Asia i dati sull'incidenza del rachitismo sono scesi da circa il 44% nel 1990 al 30% nel 2008, mentre in Africa sono scesi da circa il 38% nel 1990 al 34 % nel 2008. "Impegni globali in materia di sicurezza alimentare, di alimentazione e di agricoltura sostenibile fanno parte di un programma piu' ampio che aiutera' ad affrontare le questioni cruciali sollevate in questa rapporto", chiude Ann Veneman. "Se non si affrontano le cause della denutrizione infantile e materna, un domani il costo sara' notevolmente piu' elevato". (Wel/ Dire)