(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 nov. - Il libro 'Oltre la rete', di Raffaele Bracalenti, presidente dell'Iprs e da Serenella Pesarin, direttore generale per l'Attuazione dei provvedimenti giudiziari della Giustizia minorile, lancia l'allarme sul caso dei minori soli "neo-comunitari", bulgari e rumeni. "Quando nel 2007, Romania e Bulgaria hanno fatto il loro ingresso nell'Unione Europea, le amministrazioni locali si sono trovate a dover garantire accoglienza a un elevato numero di minori in assenza di un quadro normativo certo e di un organo centrale di riferimento", scrivono gli autori. Infatti, il Comitato per i minori stranieri che ha il compito di tutelare i minori extra-comunitari non accompagnati, non e' piu' competente per questi ragazzi, il cui status giuridico e' cambiato quando il loro paese e' entrato a far parte degli stati comunitari. "Il rischio di rimanere senza tutele a causa di un vuoto di competenze e' alto- sottolineano gli autori- confrontando il vuoto normativo con il dato statistico che dice come tra i minori stranieri denunciati alle procure, la componente maggioritaria negli ultimi anni e' quella dei romeni". In base al censimento del Comitato per i minori stranieri, ogni anno sul territorio italiano vivono 7 mila minori stranieri soli. Una cifra stabile dal 2000 al 2008, quando registra un live calo. Ma dal 2007 non vengono piu' conteggiati ne' i bulgari, ne' i romeni. Albanesi, marocchini e romeni sono il 60% del totale dei ragazzi non accompagnati. Ma nel corso degli anni, la maggiore crescita e' stata quella dei romeni, passati dal 5% nel 2000 a quasi il 40% nel 2004, anno di punta in cui hanno raggiunto il numero piu' elevato di presenze in Italia. Al 31 dicembre del 2006, ancora ne sono stati censiti un numero altissimo: 2336, piu' alto di qualsiasi altra cifra relativa a diverse cittadinanze. "Di questi, ben 1229 erano collocati in strutture di accoglienza, un numero assoluto molto elevato, soprattutto considerato l'esborso economico che ne consegue per i comuni che li hanno in carico", sottolinea la ricerca. La concentrazione maggiore si trova in tre regioni: Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, dove si concentra anche la presenza di adulti con la stessa cittadinanza. Un altro campanello d'allarme e' la presenza di ragazze (30%) superiore alla media di altre cittadinanze di minori stranieri non accompagnati. "Questo dato ha attirato l'attenzione degli addetti ai lavori poiche' purtroppo ha raggiunto numeri cosi' alti a causa dei fenomeni criminali della tratta e dello sfruttamento sessuale", scrivono i ricercatori. A partire dal gennaio 2007, oltre 2300 minori romeni soli vengono a trovarsi in Italia senza procedure chiare relative alla loro accoglienza e al loro rimpatrio. Si tratta di un'utenza a elevato rischio di fragilita'. All'interno di questo quadro, sono gli enti locali i soggetti maggiormente coinvolti con scelte economiche difficili da gestire in quanto per questi minori non si puo' piu' accedere ai fondi per minori extra-comunitari. Sarebbe dunque necessario modificare i parametri di ripartizione dei fondi per non lasciare i Comuni senza copertura finanziaria. (Wel/ Dire)