(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 nov. - Le diverse declinazioni della denutrizione infantile, che colpisce 200 milioni di bambini al mondo: oltre un terzo dei decessi infantili e' causato da una malnutrizione cronica che conosce diverse cause e diverse fenomenologie. L'Unicef, nel rapporto "Il punto sui progressi nella nutrizione materno-infantile", presentato oggi, traccia la mappa dei principali dati della denutrizione che ha i volti del rachitismo, del sottopeso dalla nascita, del deperimento, della scarsa alimentazione di neonati e bambini, della mancanza di micronutrienti. Rachitismo: la maggior parte dei problemi legati alla denutrizione e' localizzata in alcune regioni del mondo. In soli 24 paesi si concentra oltre l'80% dei casi di denutrizione cronica, misurata in termini di rallentamento della crescita. La percentuale relativa al rachitismo, nei Paesi in via di sviluppo, e' scesa a partire dal 1990, dal 40% al 29% con una riduzione complessiva del 28%. In Asia la percentuale di rachitismo e' scesa dal 44% al 30% nello stesso arco temporale. La riduzione in Africa mostra qualche progresso, anche se modesto, dal 38% al 34%, sempre con riferimento temporale dal 1990. Sottopeso: si stima che circa 129 milioni di bambini che vivono nei paesi in via di sviluppo siano sottopeso, quindi quasi uno su quattro. Il 10% di questi bambini risulta gravemente sottopeso. In 63 paesi (su 117 di cui sono disponibili i dati) sono sulla buona strada per raggiungere il primo Obiettivo di sviluppo del Millennio, che prevede una riduzione del 50% dei bambini sottopeso sotto i cinque anni. Per i neonati la situazione non e' migliore: 19 milioni di neonati ogni anno, nei paesi in via di sviluppo, nasce sotto peso. Deperimento: il 13% dei bambini sotto i cinque anni di eta' nei paesi in via di sviluppo risultano deperiti e il 5% risulta gravemente deperito (circa 26 milioni di bambini). I bambini affetti da denutrizione grave hanno nove volte piu' probabilita' di morire rispetto ai bambini che sono ben nutriti; un gran numero di decessi si verifica anche tra i bambini moderatamente e leggermente denutriti che altrimenti potrebbero apparire sani. Alimentazione di neonati e bambini: nella maggior parte dei paesi meno della meta' dei neonati riceve i benefici dell'allattamento al seno fino ai 6 mesi di eta'. Tra tutti gli interventi intrapresi, l'allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi, proseguito fino ai due anni di eta' -congiuntamente con lo svezzamento con altri alimenti - si presenta come il fattore piu' incisivo sulla sopravvivenza dei bambini; potenzialmente puo' ridurre la mortalita' infantile, sotto i cinque anni, del 19% nei paesi in via di sviluppo. Micronutrienti: si stima che il 72% delle famiglie nei paesi in via di sviluppo attualmente consumino il sale iodato in maniera adeguata. Dal 2008, il 71% dei bambini tra i 6 e i 59 mesi di vita nei paesi in via di sviluppo sono stati completamente protetti dagli effetti della carenza di vitamina A, che puo' provocare l'aumento del rischio di mortalita' infantile. L'anemia da carenza di ferro, che aumenta il rischio di mortalita' materna, e' molto diffusa tra le donne nei paesi in via di sviluppo ma i multi-micronutrienti in polvere riducono l'anemia nei bambini piccoli fino al 45%. (Wel/ Dire)