ADOZIONI, 18 MESI PRIMA DEL COLLOQUIO: FAMIGLIE UNITE
A BOLOGNA, NUCLEI FAMIGLIARI INSIEME PER MIGLIORARE SITUAZIONE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 nov. - Un gruppo consistente
di famiglie e di cittadini, del territorio del Distretto di
Pianura Est, nella provincia di Bologna, sensibili al tema
dell'adozione, si sono fatti promotori di una lettera di
sensibilizzazione rivolta alle istituzioni per denunciare i
lunghi tempi di attesa nel corso dell'iter adottivo. In
particolare, le famiglie segnalano l'evidente discrepanza fra i
tempi di attesa nei vari distretti dell'interland bolognese,
molto inferiori rispetto al loro distretto, dove bisogna
aspettare fino a 18 mesi dal termine del corso di
informazione-formazione. Tale dilatazione delle tempistiche
comporta il fatto che le famiglie siano destinate a presentare la
propria "dichiarazione di disponibilita'" al Tribunale per i
Minorenni, decorsi molti anni dal primo contatto con il servizio
sociale: cio', in contrasto non solo con la normativa vigente ma
anche e soprattutto con il rispetto del criterio di omogeneita' e
parita' di trattamento. Pertanto, le famiglie segnalano e
propongono alle istituzioni misure idonee volte a garantire il
potenziamento di un settore professionale, quale quello adottivo,
altamente delicato, complesso e che, certamente, merita maggiore
visibilita' e cura.
Di seguito, pubblichiamo la lettera inviata dalle famiglie
alla Regione Emilia-Romagna, alla Provincia di Bologna, ai
sindaci dei comuni del territorio del distretto di Pianura Est e,
per conoscenza, al presidente del Tribunale dei minori di Bologna.
Gli scriventi la presente lettera, sono le famiglie, aspiranti
"genitori adottivi", costituitisi a partire dal 2008, in un
gruppo A.M.A. [Auto-Mutuo Aiuto], per sostenersi durante l'intero
iter adottivo e che, per residenza, rientrano nella competenza
territoriale del Distretto-"Pianura Est" del Servizio Sanitario,
Regione Emilia Romagna, Asl di Bologna.
Con la presente, gli scriventi sono a segnalare alle SS.VV. la
problematicita' attinente i tempi di attesa da affrontare, prima
di accedere alla fase dell'indagine psico-sociale.
Stante la normativa vigente che indica precisi tempi, quali:
- entro 15 giorni il Tribunale per i Minorenni trasmette ai
Servizi Sociali territoriali la dichiarazione di disponibilita'
avanzata dai coniugi (art. 29 bis, comma 3, legge 476/98 e
successive modificazioni);
- entro quattro mesi dal ricevimento della dichiarazione di
disponibilita' trasmessa dal Tribunale per i Minorenni, i Servizi
Sociali espletano l'indagine psicosociale (art. 29 bis, comma 5
della Legge 476/1998);
- entro due mesi successivi, il Tribunale per i Minorenni emette
decreto di idoneita' o di rigetto (art. 30, comma 1 della legge
476/1998), e, considerata la prassi consolidata nella Regione
Emilia-Romagna, tesa a fare esprimere alla coppia la domanda di
adozione o di dichiarazione di disponibilita' per l'adozione
internazionale solo successivamente alla conclusione dei percorsi
di informazione, formazione e indagine psicosociale (Delibera
Giunta Regionale n.1595/2003), si e' ad evidenziare una
sostanziale discrepanza fra i tempi di attesa registrati
nell'ambito distrettuale Pianura Est che si attestano, ad oggi,
intorno ai 18 mesi (come si evince dai dati sotto riportati)
rispetto a quelli degli altri Distretti.
Infatti, terminato il corso di informazione/formazione, al
1/12/2008 i tempi previsti perche' la coppia sia chiamata per
iniziare i colloqui dell'indagine psicosociale, sono i seguenti:
Distretto Bologna Citta': 8 mesi
Distretto di Casalecchio: 8/9 mesi
Distretto di Porretta: 1 mese e mezzo
Distretto di San Lazzaro: 3/4 mesi
Distretto di Pianura Est: 18 mesi
Distretto di Pianura Ovest: 6 mesi
Imola: terminato il corso si prosegue con l'istruttoria
(complessivamente 10 mesi).
E' dal confronto dei dati appena esposti che gli scriventi
sono a segnalare l'evidente disparita' di trattamento tra le
famiglie residenti nei Comuni afferenti ai Distretti sopra
elencati e quelle residenti nei Comuni compresi nel Distretto
Pianura Est (Argelato, Baricella, Bentivoglio, Budrio, Castello
d'Argile, Castel Maggiore, Castenaso, Galliera, Granarolo
dell'Emilia, Malalbergo, Molinella, Minerbio, Pieve di Cento, San
Giorgio di Piano, San Pietro in Casale).
Inoltre, le preoccupazioni legate ai tempi di attesa esposte,
trovano ulteriore fondamento
-nell'insufficienza di personale specializzato addetto
all'espletamento di tale servizio, personale che, aggravato dal
turn-over, non garantisce la continuita' delle prestazioni e
determina, conseguentemente, un protrarsi delle lista di attesa;
-nella considerazione della prospettata riorganizzazione dei
servizi sociali in Azienda Servizi alla Persona (A.S.P.),
prevista entro la fine del 2010: anche il piu' utile cambiamento,
comporta inevitabilmente, rallentamenti all'ordinario ritmo
lavorativo.
Si ribadisce che quella appena descritta e' una disparita' di
trattamento, oggettiva e misurabile: una differenza quantitativa,
presente allo stato attuale ma destinata ad aumentare, di ben 9
mesi nei tempi di attesa fra i diversi Distretti ASL,
appartenenti tutti al medesimo circondario provinciale di
riferimento della Asl bolognese: differenza ingiustificata e
sproporzionata.
Altresi', si vuole evidenziare, che quanto si e' a segnalare
ed a chiedere, non e' l'esito di una generica "lamentela":
bensi', l'auspicio di un'eguaglianza di trattamento, rispetto ai
Comuni degli altri Distretti. Infatti, non si puo' non rilevare
che i tempi normativamente prescritti siano, comunque, chiari e
certi: e sarebbero (come gia' indicato sopra) attestati in un
complessivo lasso temporale di sei mesi (quattro mesi + due mesi).
Ma non solo: poiche' proprio in Emilia Romagna, in virtu'
della consolidata prassi, come sopra richiamato, prevista dal
capitolo 3 della Parte I, Atto di Indirizzo 1495 del 28/07/2003,
la cosiddetta "indagine psicosociale" viene svolta dai Servizi
Sociali, ancora prima della presentazione della "dichiarazione di
disponibilita' all'adozione", presso il competente Tribunale per
i Minorenni, la continua dilatazione dei tempi di attesa,
determina che le famiglie sono destinate a presentare la propria
"dichiarazione di disponibilita'" al Tribunale, decorsi molti
anni dal primo contatto con il servizio sociale.
Cio', in totale difformita' con quanto ribadito anche nelle
parti I e III delle "Linee di Indirizzo per le adozioni nazionali
ed internazionali" approvate con DGR 1495 del 28 Luglio 2003
riguardanti rispettivamente, la parte I - "Attuazione del sistema
integrato dei servizi per l'adozione", la parte III - "Le
indagini psico-sociali con le coppie candidate all'adozione
nazionale ed internazionale", cosi' come richiamate nel Terzo
protocollo regionale di intesa in materia di adozione fra Regione
Emilia Romagna, Ufficio Scolastico Regionale, Province, Enti
titolari delle funzioni in materia di infanzia e adolescenza,
Enti Autorizzati all'adozione internazionale di cui all'art. 39,
c. 1, lett. c) della legge 476/1998.
Gli scriventi, quindi, esprimendosi proprio attraverso questa
puntuale lettera
-consapevoli del diritto-dovere dei Servizi e degli Enti che
si occupano del preminente interesse e benessere dei bambini, ad
accertare l'adeguatezza della coppia come futuri genitori;
-consci, altresi', del fatto che il processo per arrivare
dalla "dichiarazione di disponibilita' all'adozione",
all'"abbinamento" con il bambino, possa prevedere tempi
definibili come "lunghi", sono a sollecitare l'adozione di misure
idonee a garantire il rispetto dell'applicazione delle misure
organizzative e gli standard socio-sanitari indicati nella parte
I delle linee di indirizzo regionali in materia di adozione sopra
citato, in particolare riguardanti:
1) la continuita' nell'apporto multidisciplinare dell'equipe da
parte delle figure professionali di assistente sociale e
psicologo, in modo tale da garantire l'espletamento delle
funzioni di preparazione delle coppie all'adozione, indagini
psico-sociali, interventi di post-adozione
2) il monitoraggio delle liste di attesa eventualmente creatasi
durante l'iter adottivo (...) e la ricerca di soluzioni
organizzative volte alla riduzione o eliminazione delle stesse;
cosi' come la realizzazione di quanto contenuto nella parte III
del sopraccitato atto di indirizzo che specificano di: -assegnare
alle equipe adozioni, assistenti sociali e psicologi formati in
materia di adozione, garantendo la continuita' delle prestazioni
e il contenimento del turn-over;
-contenere il formarsi di liste di attesa per l'accesso
all'indagine. Infatti, come sottolineato nel punto 4.6 dell'atto
di indirizzo sopra menzionato "il protrarsi eccessivo dell'attesa
puo' determinare nella coppia uno stato di sofferenza e tensione
tale da pregiudicare il buon esito dell'incontro con l'equipe
incaricata di svolgere l'indagine psicosociale (...).
Dovra' quindi essere attuata da parte dei Servizi sociali e
sanitari una mobilitazione congiunta delle rispettive risorse
umane ed organizzative per realizzare una significativa riduzione
dei tempi di accesso da parte delle coppie alle indagini
psicosociali".
E, in conseguenza a tutte le suesposte considerazioni, gli
scriventi chiedono risposte sulle disponibilita' economiche per
far fronte alla carenza di personale
- con assunzioni anche temporanee
- con vicendevoli sostituzioni tra i dipendenti gia' assunti nei
vari Distretti ASL
- con appositi "progetti" di potenziamento del Servizio
sociale-"settore adozioni", e consentire, cosi', la prosecuzione
delle procedure d'istruttoria con maggiore frequenza e
continuita'.
Tutto cio', affinche' per "omogeneita'" e "parita' di
trattamento", siano garantiti alle famiglie residenti nei Comuni
compresi nel Distretto Pianura Est, almeno quegli stessi tempi di
attesa riservati alle famiglie residenti nei Comuni degli altri
Distretti Asl, sopra elencati.
(Wel/ Dire)
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