(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 nov. - "Resteremo qui, con un
presidio sanitario 24 ore su 24, dandoci il cambio, fino a che
non sara' scongiurato il pericolo dello sgombero o non otterremo
dal Comune una risposta per un'accoglienza dignitosa". Parla
cosi' Chiara Bertini, membro dell'associazione Medu (Medici per i
Diritti Umani), che da martedi' non si muove dalla 'buca' della
stazione Ostiense, un cantiere edile inattivo, dove da oltre un
anno circa un centinaio di profughi afghani hanno trovato il
rifugio negato loro dalle autorita' italiane. "Si tratta di
ragazzi provenienti da un paese in guerra, richiedenti asilo
politico e come tali aventi diritto a un'accoglienza dignitosa da
parte dello Stato italiano", ricorda Chiara.
Il Medu, che da circa tre anni si occupa di rifugiati afghani,
ha recentemente inviato una lettera al sindaco di Roma, Gianni
Alemanno, e all'assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso,
suggerendo "l'istituzione presso la stazione Ostiense di punti di
informazione e di un centro di prima accoglienza a bassa soglia
oltre che a soluzioni abitative per i richiedenti asilo che
coinvolgano in maniera solidale la cittadinanza". Ma per questi
giovani e adolescenti che si difendono dal freddo ammucchiando le
loro piccole tende sulle pareti della 'buca', non e' arrivata
alcuna risposta, se non i carabinieri con le ruspe che venerdi'
23 ottobre hanno parzialmente distrutto le loro fragili
abitazioni, intimando l'allontanamento degli abitanti entro dieci
giorni. I dati raccolti dal presidio socio-sanitario di Medu
evidenziano l'estrema precarieta' del gruppo di afghani, di cui
fanno parte molti minorenni, "che vivono in mezzo a topi e
rifiuti, senza accesso ai servizi igienici e con alcuni cartoni e
coperte come rifugio".
Tra di essi, si trovano inoltre persone in precarie condizioni
di salute. "Si tratta di ragazzi giovani, in media tra i 14 e i
25 anni (un quarto di loro sono minorenni)- spiega Chiara-
partiti sani dal proprio paese, ma spesso riportano ferite dovute
alle condizioni viaggio disagiate o alle percosse subite durante
il tragitto. Inoltre soffrono di scabbia e altre patologie
dermatologiche oltre che malattie respiratorie dovute a
condizioni in cui dormono".
(Wel/ Dire)