(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 nov. - Alla domanda a cosa rinunceresti se sapessi che cosi' facendo salveresti la vita ad un bambino che non conosci, la maggior parte degli intervistati nei paesi in via di sviluppo ha risposto: a un pasto. Il 28% degli italiani ha invece dichiarato che rinuncerebbe a una vacanza: una rinuncia e una generosita' ben maggiori rispetto al "non so", dichiarato dalla maggioranza di australiani, canadesi, inglesi, tedeschi, norvegesi, spagnoli e statunitensi intervistati. Tornando agli italiani, il 17% ha risposto non so, il 15% rinuncerebbe a una macchina nuova, il 13% alla paga di un giorno o a un pasto, il 6% alla casa o a una tazza di te', l'1% a niente. Sono questi i risultati di una ricerca di Save the children sulla mortalita' infantile e sulla generale percezione che si ha del problema, in Italia e in altri 13 paesi sia industrializzati che in via di sviluppo. La poverta' e' indicata come la maggiore minaccia per la vita di un piccolo da 0 a 5 anni. Questa infatti la risposta data dalla gran parte del campione rispetto alle altre opzioni: crimini, il gap tra paesi ricchi e poveri, la corruzione, i cambiamenti climatici, la disoccupazione, la crisi economica, non so. E cosi' la pensa anche il 44% degli italiani, che, dopo la poverta' considerano un attentato alla sopravvivenza infantile il gap tra paesi ricchi e poveri (28%), il crimine (13%), la corruzione (5%), la disoccupazione e non so (entrambe le risposte al 3%), la crisi economica (2%). Pensi sia piu' importante prevenire la mortalita' infantile nel tuo paese o nei paesi poveri? A questa terza domanda la maggior parte degli intervistati sostiene che sia importante prevenirla sia nei paesi "ricchi" che in quelli poveri; questa anche la risposta del 62% degli italiani a cui segue invece un 33% che sostiene che attenzione prioritaria debba andare ai paesi poveri. E ancora, gli italiani si dichiarano ottimisti sulla possibilita' di vincere la sfida alla mortalita' infantile. Alla domanda credi sia possibile ridurre significativamente la mortalita' infantile nel mondo nei prossimi 5 anni la stragrande maggioranza, cioe' il 73% sostiene che sia possibile o molto probabile a fronte del 67% degli altri intervistati - piu' moderatamente ottimisti - che dichiarano che sia possibile. Quanto infine all'idea che il campione degli intervistati ha dei fondi necessari per vincere la mortalita' infantile entro il 2015, la gran parte indica una cifra molto al di sopra del necessario. In Italia, come in Germania, la gran parte degli intervistati, cioe' il 40%, crede che ci sia bisogno di un esborso equivalente alle spese militari, pari a 1.46 bilioni di dollari ogni anno; segue un 29% che crede che i costi siano pari a quanto si spende ogni anno nel mondo in tabacco (400 miliardi di dollari). In generale, facendo la media delle risposte rese, il 57% degli intervistati pensa che ci vogliano molto piu' dei 67 miliardi di dollari che Save the Children stima siano necessari ogni anno per debellare la morte sotto i 5 anni: in particolare, la risposta piu' frequente e' che ci sia bisogno dell'equivalente delle spese per tabacco, cioe' di 400 miliardi di dollari all'anno. Una cifra ben superiore ai 67 miliardi, pari a meno della meta' di quello che si spende in un solo anno in dolciumi". "E' molto importante che le persone siano rese consapevoli del fatto che i costi per abbattere la mortalita' infantile si possono sostenere", spiega ancora Valerio Neri. "Inoltre e' fondamentale che si sappia che bastano pochi rimedi e semplici soluzioni, a basso costo, per prevenire la morte di milioni di bambini: per esempio con 2 euro, si possono vaccinare 3 bambini contro il morbillo, assicurare il trattamento antimalarico a 4 bambini o fornire a 70 bambini la dose annua di vitamina A per rafforzare il sistema immunitario. E' questo il cuore del messaggio della nuova campagna mondiale di Save the Children Every one: se ogni 3 secondi muore un bambino, e' anche vero che ogni 3 secondi ognuno di noi puo' salvare un bambino". (Wel/ Dire)