IMMIGRATI, DUELLO ALLA CAMERA SULLA CITTADINANZA
LA MAGGIORANZA: LA RESIDENZA NON BASTA, 18 ANNI E ISTRUZIONE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 dic. - E' partito alla Camera
il dibattito sulle nuove norme in materia in cittadinanza: un
confronto, quello tra maggioranza e opposizione, che s'intreccia
con tanti altri temi politici all'ordine del giorno. C'e',
neanche troppo sottotraccia, lo scontro tutto interno al Pdl tra
l'ala 'finiana' che per gli immigrati vuole delle norme
'estensive' e quella piu' ortodossa, per cui parla la relatrice
Isabella Bertolini. C'e' la tensione tra la Lega e il presidente
della Camera, Gianfranco Fini, molto in sintonia con la proposta
di legge Granata-Sarubbi definita dal capogruppo del Carroccio,
Roberto Cota, di "sinistra". E' c'e' la volonta delle opposizioni
di 'stanare' la maggioranza e testare la vera volonta' di
dialogo. La cittadinanza, dice il capogruppo democratico, Dario
Franceschini, in aula, sia il primo banco di prova del nuovo
clima di dialogo e delle conclamate riforme.
PDL-LEGA: "LA RESIDENZA NON BASTA..." - Isabella Bertolini (Pdl),
relatrice del testo uscito dalla commissione Affari
costituzionali, parla chiaro: "La cittadinanza non rappresenta, a
mio parere, un mezzo per una migliore integrazione, ma
rappresenta la conclusione di un percorso di integrazione gia'
avvenuta. La cittadinanza rappresenta l'attribuzione di uno
status che non tutti gli stranieri vogliono ottenere". Nel suo
discorso, la deputata pidiellina spiega la proposta di legge
della maggioranza: "L'articolo 1 precisa che ai fini
dell'acquisto della cittadinanza da parte dello straniero nato in
Italia occorre che la residenza, fino al raggiungimento della
maggiore eta', sia senza interruzioni e che lo straniero stesso
abbia frequentato con profitto le scuole, almeno fino
all'assolvimento del diritto-dovere all'istruzione e alla
formazione". Poi: "Gli articoli 2 e 3 della proposta in oggetto
precisano che, ai fini dell'acquisto della cittadinanza, non
basta la permanenza sul territorio della Repubblica per dieci
anni, ma occorre, in primo luogo, che tale permanenza sia
stabile". Infine, "l'articolo 4 prevede il giuramento da parte
dello straniero sia nel caso di acquisto della cittadinanza a
seguito della maturazione dei presupposti di legge, sia nel caso
di concessione della cittadinanza con decreto del presidente
della Repubblica".
PD: "VOLETE ANNULLARE UN DIRITTO" - Categorica l'opposizione del
Pd. Gianclaudio Bressa, relatore per la minoranza: "Il vostro
obiettivo non e' regolare un fenomeno umano, culturale e sociale
complesso, ma annullarlo, dichiararlo inesistente con la forza
del diritto, piegando la realta' alla vostra propaganda, dove il
risultato da raggiungere non e' la garanzia dei diritti
costituzionali, ma qualche voto alle prossime elezioni
regionali". La proposta di legge del Pdl, per il Pd, si riduce a
un sostanziale "incremento della discrezionalita' della pubblica
amministrazione per la concessione della cittadinanza".
Italo Bocchino, deputato molto vicino a Fini, esordisce: "Credo
che il testo della relatrice Bertolini sia una ottima base di
partenza. Ovviamente bisogna essere pronti al dialogo e alla
discussione". E, citando un ragionamento fatto piu' volte dal
presidente della Camera, aggiunge: "Il problema dell'immigrazione
e' una trave che poggia su due pilastri: il primo pilastro e'
quello della lotta alla clandestinita', il secondo e'
l'integrazione. Noi abbiamo fatto molto come Parlamento, anche
grazie al governo e alla maggioranza, sul primo pilastro:
dobbiamo ora lavorare sul secondo pilastro". Poi, il
vicecapogruppo del Pdl a Montecitorio ripropone un emendamento al
testo ritirato in commissione su richiesta della maggioranza e,
di fatto, apre un fronte interno alla maggioranza: "Riteniamo che
coloro che nascono in Italia o i bambini figli di cittadini
stranieri che giungono in Italia entro l'eta' di due anni, cioe'
cominciano la loro vita cosciente in Italia, possano diventare
cittadini italiani dopo dieci anni di residenza e dopo avere
fatto le scuole elementari, ossia almeno un ciclo scolastico".
CASINI: "POTENZIARE MECCANISMO IUS SOLI" - Pier Ferdinando
Casini, leader dell'Udc, definisce "spinosa" la materia in
discussione e punta il dito contro il testo di Bertolini: "Lascia
troppe questioni irrisolte". Per l'ex presidente della Camera le
nuove norme devono, al contrario, "potenziare il meccanismo dello
ius soli che attribuisce la cittadinanza a coloro che nascono in
questo Paese a prescindere dalla nazionalita' dei genitori".
22 dicembre 2009
(Anb/ Dire)
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