(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 dic. - Il Rapporto sui minori stranieri in Italia di Save the Children prende in esame anche la situazione dei minori afgani. La loro migrazione, in costante aumento, e' piu' simile a una fuga, a volte da persecuzioni mirate, altre da conflitti locali, e soprattutto, negli ultimi tempi, da una condizione di pericolo e instabilita' diffuse in Afghanistan. L'Italia costituisce, nel loro progetto migratorio, piu' un paese di transito che di destinazione. Di transito verso la Gran Bretagna, per gli afgani pashtun, o verso Norvegia, Svezia, Finlandia, Austria (soluzione piu' economica, per chi non ha soldi o e' stato foto segnalato in Italia o in Grecia), per gli hazara. Dall'esperienza sul campo, come rilevato nel rapporto delle attivita' di CivicoZero, emerge che il 70% dei minori afgani parte dal Pakistan o Iran, dopo aver vissuto li' per diverso tempo. La maggioranza scappa per motivi di sicurezza, pochi hanno parenti da raggiungere. L'80% di chi e' rimandato in Afghanistan tenta il viaggio di nuovo. Al confine tra Iran e Turchia ci sono dei gruppi di trafficanti di persone che, insieme a benzina e altri beni, lavorano per il passaggio di esseri umani. "I ragazzi in fuga vengono caricati su cavalli, cinque alla volta, insieme alla benzina, e giunti in Turchia vengono lasciati. Chi e' rimandato indietro, oltreconfine, dalla polizia di frontiera, viene catturato dai trafficanti che chiedono un riscatto in denaro (circa 300 euro) alle famiglie. La somma va ad aggiungersi ai mille-duemila euro necessari ancora ad arrivare in nave in Italia o dalla Turchia o dalla vicina Grecia. I ragazzi sbarcano quindi ad Ancona o a Venezia, nascosti e legati sotto i tir. Dalle Marche o dal Veneto raggiungono poi Roma (dove ne arrivano 15/20 a settimana), da cui successivamente - spesso dopo svariati giorni vissuti su strada in pessime condizioni - intraprendono l'ultima parte del viaggio verso il Nord Europa". C'e' poi la situazione dei minori bengalesi. L'Italia e in particolare Roma sono mete ambite della loro migrazione perche' qui vivono numerosi connazionali. Il viaggio puo' costare da 3 mila a 6 mila euro ma, nelle testimonianze rese dai ragazzi a Save the Children, non si parla di tali soldi come frutto di un debito e dunque vincolati a una restituzione grazie al lavoro dei ragazzi stessi. Una minoranza i minori che dal Bangladesh raggiungono l'Italia in aereo. La gran parte viaggia via terra impiegando in media 8 mesi, lungo lo stesso percorso dei migranti afgani: attraversando India, Pakistan, Iran Turchia, Grecia, quindi in Italia. "Qualcuno dice di essere arrivato via mare in Sicilia (dopo la Turchia, i ragazzi proseguono per la Libia anziche' per la Grecia)- afferma il Rapporto-, di essere scappato dalle comunita' e di aver raggiunto poi Roma anche con l'aiuto di connazionali. Presso i quali alcuni ragazzi possono risiedere per un periodo anche lungo, una volta nella capitale. E' possibile che l''ospitalita'' abbia un costo che i minori coprono lavorando, come venditori ambulanti di collanine, giocattoli, ecc.". Nessuno dei ragazzi bengalesi, descrivendo agli operatori di Save the Children la propria esperienza lavorativa in Italia, fa riferimento a forme di sfruttamento, pur essendoci segnalazioni e storie che ne confermerebbero la frequenza elevata. Continua il direttore generale di Save the Children Italia: "Dietro ogni minore, soprattutto non accompagnato, presente sul nostro territorio, c'e' sempre una ragione e motivazione fortissime: di ricerca di protezione, di emancipazione economica e sociale, oppure di sfruttamento, come nel caso di molte nigeriane vittime di tratta arrivate via mare, o di tante ragazze dell'est-Europa coinvolte nello sfruttamento sessuale. Percio' consideriamo particolarmente preoccupanti e gravi alcuni recenti provvedimenti, come i rinvii verso la Libia di decine di migranti in arrivo via mare, compresi sicuramente anche minori -valutiamo che essi rappresentino una forte rischio per la tutela dei diritti dei minori stranieri sia non accompagnati che con genitori irregolarmente presenti nel nostro paese- e alcune norme contenute nella legge sicurezza (94/2009), come quelle che introducono dei criteri molto restrittivi per la concessione del permesso di soggiorno al compimento del diciottesimo anno o, per esempio, quella che prevede l'ipotesi di rimpatrio dei minori comunitari coinvolti in prostituzione". "E' necessario piuttosto rafforzare e razionalizzare il sistema di accoglienza del nostro paese, prevedendo delle strutture di prima e seconda accoglienza, e individuare una soluzione di lungo termine per ogni minore- precisa ancora Valerio Neri-. Inoltre e' essenziale adottare standard e procedure condivise in materia di identificazione, accertamento dell'eta' e verifica delle relazioni parentali dei minori in ingresso. Commettere degli errori durante anche uno di questi passaggi puo' tradursi nella violazione di alcuni diritti fondamentali dei quali i minori stranieri sono titolari, compresa l'adozione di provvedimenti altamente lesivi come la detenzione in centri per migranti adulti irregolarmente presenti, l'espulsione e la mancata protezione da violenza o tratta e sfruttamento". (Wel/ Dire)